“Abbiamo sconfitto la Lega Lombarda con la pace”
La storia di Gavi sì è spesso intrecciata con figure storiche rilevanti: Barbarossa, Carlo V, Cartesio e Napoleone Bonaparte, solo per citarne alcuni. Per alcuni mesi, a cavallo tra il 1176 ed il 1178, Gavi è stata anche residenza imperiale, ospitando Beatrice di Borgogna ed i suoi figli. Ecco cosa avrebbe raccontato in questa "intervista con la storia"....
La storia di Gavi sì è spesso intrecciata con figure storiche rilevanti: Barbarossa, Carlo V, Cartesio e Napoleone Bonaparte, solo per citarne alcuni. Per alcuni mesi, a cavallo tra il 1176 ed il 1178, Gavi è stata anche residenza imperiale, ospitando Beatrice di Borgogna ed i suoi figli. Ecco cosa avrebbe raccontato in questa "intervista con la storia"....
Come mai la Maestà Vostra si trova qui, a Gavi, lontana dalle consuete residenze imperiali?
Per ragioni di sicurezza. Fallito l’assedio di Alessandria e, soprattutto, con la sconfitta di Legnano, solo Pavia è rimasta fedele all’Impero: una città di pianura, facilmente attaccabile. Perciò Federico, prima di negoziare con i Lombardi, ha trasferito tutti noi e me a Gavi, feudo che, con il suo Castello, era stato tolto al Marchese Alberto, alleato di Alessandria e quindi traditore dell’Impero.
Abitavate in Castello?
No, in un palazzo del borgo: il Castello sarebbe stato usato solo in caso d’attacco. Lì vicino il Marchese Alberto aveva iniziato una nuova chiesa, S. Giacomo, per la quale feci fare dei nuovi capitelli ed un portale, scolpiti all’uso di Borgogna.
Come mai, dopo Legnano, Federico e Voi non ve ne siete tornati in Germania?
Perché, persa la guerra, abbiamo provato a sconfiggere la Lega Lombarda usando la pace.
Scusatemi, non capisco…
Voi lombardi siete sempre stati divisi in fazioni, e per di più la guerra vi ha logorato ben bene facendo aumentare il desiderio di pace: perciò è stato facile staccare dalla Lega alcune città, come Cremona e Tortona. Quest’ultima, nel marzo 1177 ha aperto le porte a Corrado di Balhausen, comandante imperiale all’assedio di Alessandria, ed ha stretto con Noi un trattato di pace al quale abbiamo dato grande pubblicità.
Così, nel luglio di quello stesso anno, a Venezia, si è arrivati ad una tregua e poi, nel giugno 1183, alla Pace di Costanza con la quale, in cambio di un riconoscimento formale, i Comuni si sono integrati nella struttura feudale dell’Impero. A questo punto, secondo voi, chi è stato il vero vincitore?
Una cosa però non mi spiego: come mai, nella primavera del 1175, la Lega non diede il colpo di grazia al vostro esercito, decimato all’assedio di Alessandria durato un intero inverno?
Presso Montebello, a poca distanza da Pavia, siamo stati intercettati dall’esercito della Lega proveniente da Piacenza: pensavamo di essere perduti, ed invece Federico ebbe un lampo di genio dei suoi. Anziché fortificarsi o tentare la fuga, fece disporre pacificamente l’accampamento, mettendo bene in vista le insegne imperiali, presentandosi non come invasore ma come sovrano. I Lombardi capirono ed accettarono: dopo vent’anni di guerra, per la prima volta si intavolarono trattative, i cui verbali sono tuttora custoditi a Piacenza. Esattamente come avrebbe descritto secoli dopo il vostro poeta Giosuè Carducci, ambientando tutto nella piana di Marengo: il richiamo dell’Impero vinse i Lombardi, e Federico, indenne, passò.