“Andrea Chaves, un esempio nell’epoca del pressapochismo”
Durante la Notte della Cultura, che si è svolta ala scorsa settimana a Novi Ligure, il giovane studente Andrea Chaves ha recitato ininterrottamente per sei ore e a memoria i 34 canti dell'Inferno, la prima delle tre cantiche della Divina Commedia composta da Dante Alighieri
Durante la Notte della Cultura, che si è svolta ala scorsa settimana a Novi Ligure, il giovane studente Andrea Chaves ha recitato ininterrottamente per sei ore e a memoria i 34 canti dell'Inferno, la prima delle tre cantiche della Divina Commedia composta da Dante Alighieri
Cosa spinge questo ragazzo novese, così uguale e così diverso dai tanti giovani della nostra città, a una simile fatica? A stare ore in piedi davanti a un microfono, in una sala ora gremita, ora quasi deserta, a recitare il suo amore per il sommo poeta? Quante ore di studio e di preparazione ci sono dietro una simile impresa? Quanta passione e quanto amore ci devono essere per riuscire a compierla?
Quello di Andrea non è un esercizio mnemonico: in ogni parola, in ogni terzina, c’è tutta la passione che sola può portalo a fare quello che ha fatto. Andrea è per me un esempio. Spesso ci ritroviamo a criticare la nostra epoca, il pressapochismo dell’italiche genti in questi primi anni del secolo, la insipienza delle nostre nuove generazioni. Poi, trovi lui e pensi che noi italiani siamo così: capaci di gesti enormi, di sforzi sovrumani, se dentro di noi brucia la passione.
Andrea ha portato a termine l’impresa, è sceso dal palco dell’auditorium ed è uscito a “rivedere le stelle”. Per lui era un viaggio mai tentato, così di filato, dopo diversi anni di declamazioni a livello nazionale tra Novi, Serravalle, Ravenna e Roma, che ha deciso di donare ai novesi in occasione del 750° anniversario della nascita di Dante. “È stata per me l’esperienza più bella e intensa e straordinaria che ho avuto con la poesia di Dante: piena di fatica, lavoro ma alla fine non ho mai visto le stelle così risplendere!”.
Mentre il pubblico si susseguiva e cambiava al pari delle donne e cavalieri, eroi e dannati dell’immortale poesia dantesca, la voce di Andrea Chaves rimaneva la stessa: ferma, commossa, cruda, violenta, misurata. “L’unicità di Dante, così come la sua attualità – osserva Andrea – si rivelano nella sua lingua e nelle sue parole: chi dialoga con Dante, chi lo conosce sa di non incontrare un sopravvissuto dell’antichità ma sa di scoprire un uomo arrivato prima di lui. Per questo soprattutto i giovani (che la scuola così come le istituzioni spesso non incoraggiano a portare avanti iniziative come questa o a prenderne parte; e questo è davvero un danno oltre che un dispiacere) grazie a Dante sapranno sempre trovare nella grande poesia una forza vitale per il loro futuro, per i loro sogni e le speranze.”