Sport e sponsor, un rapporto difficile
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Maurizio Iappini - m.iappini@ilnovese.info  
15 Settembre 2015
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Sport e sponsor, un rapporto difficile

Prosegue l'inchiesta sullo sport e le società cittadine. Questa volta, il tema affrontato riguarda gli sponsor: sono pochi infatti gli imprenditori disposti a investire nelle squadre locali. Caso emblematico quello della Novese, società in cui da un decennio i soldi arrivano “da fuori”

Prosegue l'inchiesta sullo sport e le società cittadine. Questa volta, il tema affrontato riguarda gli sponsor: sono pochi infatti gli imprenditori disposti a investire nelle squadre locali. Caso emblematico quello della Novese, società in cui da un decennio i soldi arrivano ?da fuori?

NOVI LIGURE – Non solo eventi sportivi ma anche altri piccoli e grandi episodi che possono dare la tara dello stato di salute dello sport novese. I club o le società sportive novesi sono obiettivamente tante, variegate e numerose anche fra le singole discipline ma da sempre la diversità di club ha fatto da punto di forza di un movimento.
D’altronde, anche in passato la città seppe reggere almeno un paio di società di nuoto pur senza disporre di una piscina coperta, di tre società di tre società calcistiche (Novese, Comollo e Novi Calcio) con altrettanti settori giovanili pur con le strutture attuali (dove, detto per inciso, le società di calcio rimangono tre, Novese, G3 Real Novi e Tiger Novi, seppur con un campo in meno, la Collinetta, impianto riconvertito a struttura scolastica dopo oltre un secolo di storia del pallone locale e che nessuno ha avuto la coerenza di ricordare, neppure con un cippo o una targa commemorativa).

Insomma la diversità da sempre ha accresciuto lo sport ma in questo periodo la crisi morde grandi e piccoli. L’esempio lampante è la Novese: a luglio il suo presidente Renato Traverso e l’amministratore unico Emanuela Giacomello hanno rilasciato dichiarazioni pesanti verso una città che è indifferente alla sua squadra di calcio storica. Parole rimaste nel vuoto, senza interventi economici di imprenditori locali ed è un dato di fatto che il team biancoceleste sia ormai da un decennio in mano a imprenditori non novesi (l’alessandrino Marletti, il castellazzese Gaffeo, seppur con molti soci novesi, e l’attuale proprietà che ha i suoi interessi a Basaluzzo).

Ma la Novese non è stato il solo club che ha toccato con mano la difficoltà della città nell’aiutare il suo sport. A giugno la Mangini Novi Pallavolo maschile ha vinto i playoff guadagnandosi il diritto di tornare in serie B1 dopo 25 anni. Un traguardo storico, celebrato dalla città con giusto risalto. La dirigenza ha da subito chiesto l’aiuto economico mediante sponsor provenienti dal tessuto economico cittadino ma gli aiuti sono stati pochi e simbolici al punto che il club deve sempre molto del proprio budget alla Mangini Caramelle, molto più di uno sponsor.

Novese e Mangini sono rappresentanti di sport maggiori, ormai da decenni inseriti nel circuito cittadino ma chi la storia dello sport locale l’ha creata non è da meno. È il caso della gloriosa Forza & Virtù, quasi 125 anni di storia ininterrotta e costellata di momenti di gloria. Come quelli attuali perché il settore agonistico del team bianconero vanta una squadra ormai da tre anni fra le prime cinque di serie A di ginnastica artistica femminile oltre a un paio di atleti stabilmente nel circuito della nazionale maggiore, maschile e femminile. Ma anche per il team novese il primo imperativo categorico di ogni stagione è quello di fare i conti con i bilanci e spesso far quadrare i conti è un miracolo al punto che la quota mensile versata da ogni iscritto non risparmia nessuno.

Non stanno meglio neppure realtà relativamente nuove come l’hockey in line: due anni fa la squadra retrocedette dalla storica serie A per colpa di una rete molto contestata ma il club fu costretto a un duplice salto indietro passando dalla A1 alla B, categoria che aveva costi inferiori rispetto all’A2. Una scelta dettata dai costi.

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