Interporto di Rivalta, sciopero contro i licenziamenti
A febbraio chiuderà i battenti il magazzino logistico della Leroy Merlin, che attualmente dà lavoro a 130 persone. Per una quarantina scatterà la cassa integrazione, ma per gli altri 90 le aziende coinvolte hanno annunciato il licenziamento. Giovedì un presidio dei lavoratori davanti ai cancelli
A febbraio chiuderà i battenti il magazzino logistico della Leroy Merlin, che attualmente dà lavoro a 130 persone. Per una quarantina scatterà la cassa integrazione, ma per gli altri 90 le aziende coinvolte hanno annunciato il licenziamento. Giovedì un presidio dei lavoratori davanti ai cancelli
Nel febbraio 2016, la piattaforma logistica Leroy Merlin all’interno dell’interporto di Rivalta chiuderà i battenti e si trasferirà nel piacentino. Più di 130 – 131 per l’esattezza – i lavoratori attualmente impiegati nel magazzino dell’azienda francese specializzata in bricolage e fai-da-te. Di questi, 41 sono dipendenti diretti della Katoen Natie, la multinazionale belga che gestisce l’interporto di Rivalta: si tratta dei più fortunati perché – come spiega Raffaele Benedetto, segretario provinciale della Filt-Cgil – “si è riusciti a trasformare la mobilità (e quindi i licenziamenti), in cassa integrazione straordinaria con la conseguente possibilità di stipulare contratti di solidarietà”.
Per i 90 lavoratori delle cooperative, invece, “abbiamo chiesto di attivare i contratti di solidarietà ma la richiesta è stata respinta”, fa sapere la Cgil. A febbraio quindi sarà avviata la procedura di licenziamento collettivo con conseguente perdita di 90 posti di lavoro.
Per queste ragioni Filt-Cgil, Fit-Cisl e UilTrasporti hanno deciso di proclamare una prima giornata di lotta affinché le aziende coinvolte modifichino le proprie decisioni. Giovedì, dalle 6 del mattino e per tutta la giornata, i lavoratori presidieranno la strada che porta all’interporto di Rivalta.
“Ormai da diverso tempo il nostro territorio, anche quello del tortonese, è vittima di una crisi che vede perdere centinaia di posti di lavoro – commenta Benedetto [nella foto] – Non è di aiuto in questo momento il quadro degli ammortizzatori sociali né tantomeno alcune scelte che talvolta le aziende mettono in campo in termini di delocalizzazione della logistica. Rilanciare i territori per uscire dalla crisi dovrebbe essere il motto, anziché ‘sbarazzarsi’ di persone per trarre profitti. Ai licenziamenti segue un inevitabile e drammatico impatto sociale: intere famiglie non avranno più risorse economiche per far fronte alle esigenze giornaliere, e saranno costrette a intaccare i risparmi di una vita. Chiediamo alle istituzioni e a tutte le forze politiche di mettere in campo soluzioni per frenare questo drammatico declino del comparto della logistica che a Tortona ha sempre rappresentato un settore trainante“.