“Alluvione, con il rio Negraro troppi rischi per il Fabbricone”
Gli abitanti di via Fabbriche e via Gambarato a Serravalle Scrivia chiedono al Comune di attivarsi per prevenire altre alluvioni. E allAipo, lAgenzia interregionale che si occupa dei maggiori corsi dacqua del nord Italia, chiedono di ripensare il progetto di costruzione di un argine lungo il fiume Scrivia
Gli abitanti di via Fabbriche e via Gambarato a Serravalle Scrivia chiedono al Comune di attivarsi per prevenire altre alluvioni. E allAipo, lAgenzia interregionale che si occupa dei maggiori corsi dacqua del nord Italia, chiedono di ripensare il progetto di costruzione di un argine lungo il fiume Scrivia
Paradossalmente, infatti, nell’autunno dello scorso anno, i danni maggiori per i quartieri di Serravalle compresi tra il torrente e la strada 35 dei Giovi, e attraversati a metà dalla A7, non sono arrivati dalle acque tumultuose dello Scrivia, ma dalla rottura dei fossati dell’autostrada e dall’esondazione del rio Negraro.
A spiegarlo sono Monica Baiardi – che è anche referente del Comitato per la bonifica di Ecolibarna – e Gianluigi Gandini, che abitano proprio al Fabbricone e che quel 13 ottobre del 2014 hanno visto l’acqua arrivare fin dentro le case.
Il rio Negraro parte tra l’Outlet e il fast food McDonald’s. Raccoglie le acque piovane del centro commerciale e poi scende giù, verso lo Scrivia, passando dentro l’Ecolibarna e i quartieri Gambarato e Fabbricone. Oggi, secondo gli abitanti che hanno firmato una lettera indirizzata al Comune e a tutti gli enti competenti, il rio Negraro non è abbastanza capiente da accogliere le acque piovane di una zona che è stata fortemente cementificata.
“Il Comune deve verificare le reali possibilità del rio Negraro e del rio Marana [quello che scende da Montei; ndr] di raccogliere le acque piovane e di convogliarle allo Scrivia, considerando la massiccia urbanizzazione di questi ultimi anni, con l’insediamento dei centri commerciali e la costruzione del quartiere Ca’ del Sole”, afferma Gandini.
“Siamo stati miracolati – rincara la dose Baiardi – e non solo perché l’acqua ha danneggiato ‘solo’ il piano terra delle abitazioni. Ma anche perché il Negraro è straripato a valle dell’Ecolibarna. Fosse successo dentro l’area della discarica, saremmo stati invasi da acqua contaminata”. Che sarebbe finita nello Scrivia, causando l’inquinamento dei pozzi dell’acquedotto di Novi Ligure.
E poi c’è lo Scrivia. “Oggi scorre troppo vicino alle case – affermano i portavoce degli abitanti – Per un centinaio di anni era stato tenuto distante da due barriere, una a Serravalle e una a Stazzano, che guidavano il corso del fiume e lo facevano rallentare. Nel 1977 la barriera di Serravalle è stata spazzata via dall’alluvione, e così il torrente ha cominciato ad avvicinarsi alle case”. La proposta dei residenti del Fabbricone è di ricostruire la barriera. Parere negativo, invece, sul progetto di Aipo di realizzare un argine lungo lo Scrivia: “I problemi sono arrivati dal Negraro. Se ci fosse stato l’argine, le acque fuoriuscite dal rio non si sarebbero riversate nello Scrivia. Avrebbero formato un lago. E neanche un miracolo ci avrebbe salvato”.