Piemontesi emigrati in Calabria: la vera storia
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Benedetta Acri - redazione@ilnovese.info  
29 Novembre 2015
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Piemontesi emigrati in Calabria: la vera storia

Una conferenza per scoprire avvenimenti del passato per anni rimasti sconosciuti ai più, una storia che coinvolge gli avi di molti Piemontesi. Presso il salone della Società di mutuo soccorso “Pietro Toselli” di Sardigliano avverrà la presentazione del romanzo storico di Claudio Ciarlo “1561”, edito da Nuvole.

Una conferenza per scoprire avvenimenti del passato per anni rimasti sconosciuti ai più, una storia che coinvolge gli avi di molti Piemontesi. Presso il salone della Società di mutuo soccorso ?Pietro Toselli? di Sardigliano avverrà la presentazione del romanzo storico di Claudio Ciarlo ?1561?, edito da Nuvole.

SARDIGLIANO – Una conferenza per scoprire avvenimenti del passato per anni rimasti sconosciuti ai più, una storia che coinvolge gli avi di molti Piemontesi. Oggi, domenica 29 novembre, l’appuntamento è alle 16.00 presso il salone della Società di mutuo soccorso “Pietro Toselli” di Sardigliano per la presentazione del romanzo storico di Claudio Ciarlo “1561”, edito da Nuvole. L’autore risponderà alle domande del pubblico e introdurrà alla lettura del suo volume che ha ricevuto il patrocinio del Centro culturale valdese di Torre Pellice. La ricerca storica di Ciarlo vuole far luce su cosa accadde nel 1561 ai Piemontesi emigrati in Calabria (da qui il titolo del libro) e sul perché, a distanza di 454 anni, Papa Francesco ha chiesto perdono.

La strage dei Valdesi di Calabria fu perpetrata dalla fine di maggio al giugno del 1561. Popolazioni di religione valdese provenienti dalle valli piemontesi, insediatesi in Calabria dal 13esimo secolo, vissero indisturbate fino al 16esimo, quando iniziarono a professare apertamente la loro fede riformata. Sottoposte dall’Inquisizione a persecuzioni e a un regime di controllo repressivo, si ribellarono provocando l’intervento delle truppe spagnole del Vicereame di Napoli che fecero migliaia di vittime.

In un villaggio calabrese, San Sisto, nella primavera del 1950 vennero alla luce centinaia di scheletri di persone barbaramente uccise. Inizia da questo ritrovamento l’indagine dell’autore sul genocidio dei valdesi calabro-occitani avvenuto nel 16esimo secolo, sull’epopea dei sopravvissuti alla strage e sulle gesta del brigante rivoluzionario Marco Berardi. Gli scenari del racconto cambiano con l’incalzare degli eventi: la Roma del Papa Re, la corte del viceré di Napoli, la città aragonese di Montalto, il villaggio di San Sisto, le marine di Paola e Fuscaldo, La Gàrdia, Cosenza, la Catena costiera, la Sila e Crotone.

Accanto ai personaggi creati dallo stesso Ciarlo, che raccontano la storia dalla parte degli umili, si muovono le figure storiche del grande inquisitore Giovanni Pietro Carafa, di Michele Bonelli detto il cardinale Alessandrino, del viceré don Perafan, del martire calvinista Giovanluigi Pascale, del governatore Marino Caracciolo e del marchese Fabrizio Pignatelli.
Un affresco della Calabria del Cinquecento per ricordare i martiri valdesi di Montalto, San Sisto e La Gàrdia e riportare alla luce le radici ultime della questione meridionale ancora irrisolta.
 

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