Il bue, l’asinello e tanti pecoroni
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Il bue, l’asinello e tanti pecoroni

Dato che in Italia gli argomenti più scottanti vengono trattati con tifo calcistico, anche l'argomento “Presepe” non fa eccezione. Quindi da un lato abbiamo chi si schiera per un Natale con canti religiosi senza se e senza ma e dell’altro troviamo un fronte che applaude all'intervento di Crozza

Dato che in Italia gli argomenti più scottanti vengono trattati con tifo calcistico, anche l'argomento ?Presepe? non fa eccezione. Quindi da un lato abbiamo chi si schiera per un Natale con canti religiosi senza se e senza ma e dell?altro troviamo un fronte che applaude all'intervento di Crozza

Dato che in Italia gli argomenti più scottanti vengono trattati con tifo calcistico, anche l’argomento “Presepe” non fa eccezione.
Quindi da un lato abbiamo chi si schiera per un Natale con canti religiosi senza se e senza ma e dell’altro troviamo un fronte che applaude all’intervento di Crozza, che ha ricordato come i pastori fossero arabi, i Re Magi molto probabilmente erano curdi e ha voluto sparare a zero sull’aspetto moderno del Natale, ovvero come tradizione solamente di un consumismo estremo, fatto di cibo, regali e opulenza!
A parte la precisazione che i pastori molto probabilmente erano ebrei, sicuramente è innegabile che per molti la nascita di Gesù sia diventata solo una scusa per mangiare e spender soldi, ma questa non è una colpa imputabile alla Chiesa Cattolica e credo che ognuno debba fare i conti con la propria coscienza da buon cristiano, tenendo conto delle nostre tradizioni.
Sicuramente il Natale contiene da sempre un aspetto goliardico legato al cenone (o al pranzo), a i regali da scartare e via dicendo, ma dovrebbe essere anche (o soprattutto) una giornata di amore e fratellanza, perché festeggiamo la nascita di Gesù, quindi celebriamo la vita!
Sono sicuro che in molti, nell’intimo della propria casa, festeggiano il Natale in modo molto più tradizionale, ma che si vergognano poi a raccontarlo, per non apparire dei bigotti in questo mondo tanto moderno e arido.
Credo anche che vietare di cantare “Tu scendi dalle stelle” non sia un esempio di integrazione, perché si passa il messaggio che festeggiare il Natale vuol dire offendere gli altri; come ha scritto qualche amico, nella scuola primaria bisognerebbe festeggiare TUTTE le feste di tutti i bambini e in quella secondaria, nell’ora di religione, bisognerebbe invitare gli esponenti di tutte le religioni, non solo quella cattolica.
Solo in questo modo si può sperare in una vera integrazione, non avendo paura di confrontarsi.
Parlando poi della questione “laicità della scuola e dello Stato” mi piacerebbe che i tanti che ritengono giusto non festeggiare il Natale a scuola, si impegnassero con la stessa foga nel promuovere un referendum che abolisca queste feste dal nostro calendario.
In fondo se dobbiamo essere uno Stato laico non ha senso stare a casa l’8, il 25 e il 26 dicembre, il 6 gennaio o il 15 agosto, non vi pare?
Oppure in questo caso il fatto di farsi un bel ponte di tre/quattro giorni in giro al mare o in montagna ci fa diventare molto meno laici, con un bel “chissenefrega” se sono feste religiose o se offendiamo gli altri?
Concludendo credo che come sempre questi argomenti siano fomentati soprattutto dai giornali e dalla politica che vuole fare su voti con il buonismo o con l’estremismo estremi, ma che alla fine è una questione di buon senso!
Quando si è ancora bambini e si gioca tutti insieme è giusto festeggiare tutte le religioni come pretesto per stare insieme e divertirsi, tutti i pruriti su offese o disturbi appartengono solo a noi adulti.
Adulti che dovrebbero essere più coerenti, quindi se festeggi il Natale devi farlo ricordandoti della nostra tradizione, magari ricordandoti anche di chi sta peggio, andando anche a fare una giornata di volontariato.
Forse in questo modo riusciremo a capire veramente cosa significa Natale!
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