Viridanse: rock proiettato al futuro
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Emiliano Bottacco - redazione@alessandrianews.it  
20 Dicembre 2015
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Viridanse: rock proiettato al futuro

I Viridanse, storico gruppo alessandrino dei primi anni '80, si ritrova per un nuovo album e per scrivere insieme una nuova tappa del loro percorso... con l'aiuto dei social e del crowfunding. Scopriamo insieme la loro storia con un'intervista esclusiva

I Viridanse, storico gruppo alessandrino dei primi anni '80, si ritrova per un nuovo album e per scrivere insieme una nuova tappa del loro percorso... con l'aiuto dei social e del crowfunding. Scopriamo insieme la loro storia con un'intervista esclusiva

OPINIONI – Le reunion sono un fenomeno costante nel mondo del rock. Sono sempre più frequenti i casi di gruppi storici, specialmente degli anni ’70 e ’80, che si riuniscono per riproporsi ai fan con nuovi dischi che strizzano l’occhio ai successi del passato. Spesso si tratta di astute e commerciali “operazioni nostalgia” per recuperare vecchi appassionati, a cui ammiccare ricalcando in modo pedissequo formule già sperimentate.
Non è questo il caso degli alessandrini Viridanse ( http://www.viridanse.com/ ), storico gruppo dark/new wave (http://www.ondarock.it/recensioni/2012_viridanse_gallipoli1915.htm ) che nei primi anni ’80 ha condiviso la scena musicale e il pubblico di band come i Diaframma e i primi Litfiba. La loro reunion nel 2014 e la pubblicazione di un nuovo album a trent’anni dal loro ultimo lavoro discografico (Mediterranea, 1985) vuole rappresentare una tappa nuova in un percorso musicale improntato all’insegna della coerenza. La formazione attuale prevede solo due dei membri originali del gruppo (Flavio Gemma al basso ed Enrico Ferraris alla chitarra) a cui si sono aggiunti Giancarlo Sansone (tastiere, già attivo con Gemma nel duo ambient/elettronico De La Vega https://www.facebook.com/photo.php?fbid=10202342343910974&set=a.1016877633218.45375.1563429191&type=3&theater), Gianluca Piscitello (voce) e Fabrizio Calabrese (batteria).
Dopo un primo concerto nel 2014 insieme ai Diaframma, al teatro Macallé (http://www.lastampa.it/2014/10/18/edizioni/alessandria/spettacoli/al-macall-la-reunion-dei-viridanse-mitica-band-wave-degli-anni-ottanta-IB2fle0Q6cfhZC7zp17LjK/pagina.html) di Castelceriolo, il gruppo alessandrino si è chiuso in studio per comporre un nuovo album di inediti uscito il 16 novembre di quest’anno, da cui è scaturito il recente concerto al Laboratorio Sociale di Alessandria, lo scorso 5 dicembre (http://ilprivernicolo.blogspot.it/2015/12/viridanse-live-le-brume-alessandrine.html).
Il nuovo disco, intitolato semplicemente Viridanse, è stato prodotto tramite crowdfunding sul sito Musicraiser (https://www.musicraiser.com/projects/4039-viridanse-2015-nuovo-album-di-inediti), che consente ai musicisti di produrre i propri lavori grazie al contributo dei fan.
Ne abbiamo parlato con Flavio Gemma, bassista e membro originale della band.

A distanza di un anno dalla vostra reunion e del concerto al Macallé, che ha rappresentato un evento per vecchi e nuovi fan, è cambiato qualcosa nel vostro progetto musicale?
Il concerto dell’ottobre dell’anno scorso, insieme agli amici Diaframma, è stato il primo concerto con la nuova formazione. Avevamo voluto onorare la nostra reunion con i Diaframma perché negli anni ’80 si viveva e si suonava a Firenze insieme a loro, i Litfiba e i Moda. Dopo il concerto ci siamo chiusi in sala di registrazione e abbiamo dato luce a nuovi pezzi registrati in studio. Nel frattempo abbiamo trovato un’etichetta (Danze Moderne-Fonoarte) un distributore statunitense e un’agenzia per organizzare concerti, la Truck Me Hard, che lavora soprattutto nel settore metal, ma che ha apprezzato il nostro lavoro.

Che riscontro ha avuto l’uscita del nuovo disco?
Sta ottenendo recensioni molto alte su diverse riviste specializzate italiane. Questa è una base per i concerti. La nostra agenzia ci sta lavorando e contiamo di partire con una serie di date la prossima primavera. Nel frattempo attendiamo altre recensioni. Anche se il disco sta già vendendo, è comunque uscito da poco e dobbiamo aspettare ulteriori riscontri prima di programmare concerti.

Il nuovo disco è nato grazie ad una campagna di crowdfunding su Musicraiser. Di fatto è stato finanziato dai vostri fan?
Funziona in questo modo: tramite il sito, un gruppo chiede un budget per finanziare la registrazione e produzione del disco. In pratica chi è interessato può acquistare in anticipo un disco che riceverà una volta prodotto. Molti hanno criticato MR dicendo che è la morte dei gruppi. In realtà dà ai gruppi una grande indipendenza, perché devono rispondere solo al proprio pubblico senza passare dalle logiche commerciali delle grandi etichette discografiche. Io lo vedo come un laboratorio, con scambi e proposte. D’altro canto l’etichetta Danze Moderne-Fonoarte, nel momento in cui ci ha visto lavorare al nuovo disco su MR, ha capito che stavamo facendo sul serio, ci ha contattato per proporci un contratto e da lì è nata la produzione del disco.

Sono stati molti i fan che hanno risposto all’appello?
I raiser sono arrivati da tutta Italia, non solo da Alessandria. Abbiamo ricevuto anche tante mail del tipo “non possiamo permettercelo, ma siamo con voi”, il che ci ha comunque fatto un immenso piacere. Tutti i raiser ci hanno ringraziato perché sono rimasti assolutamente soddisfatti dall’ascolto del disco. A seconda della quota versata hanno ricevuto il cd, il cd con maglietta, la chiavetta digitale oppure la possibilità di vedere in streaming il concerto dello scorso 5 dicembre. Quest’estate abbiamo anche fatto un’anticipazione del disco dal vivo riservata a pochi spettatori, con circa un’ora di mini-concerto.

Il vostro ultimo album è del 1985. A distanza di 30 anni, quali sono le continuità e le differenze rispetto a quelle sonorità?
Sicuramente la musica rispetto a quegli anni è cambiata. Io ed Enrico abbiamo deciso di rifondare il gruppo non certo per commemorare certe sonorità, ma per andare avanti partendo da quelle.
Chi ascoltato il nostro ultimo disco ha trovato legami con il Dark-gothic e il Post-punk, ma sicuramente oggi la musica dei Viridanse è più Prog, in un senso più moderno. Facciamo qualcosa di molto personale, che riprende gli stilemi di certo post-metal e psichedelia. Ma il linguaggio, grazie al cantato grunge di Gianluca Piscitello, parla anche a chi non ascolta il nostro genere.
Chi ha sentito il cd ci ha paragonato addirittura a gruppi di Prog italiano come gli Area o la Pfm, per pezzi come Disordine (di cui stiamo facendo il video) o il finale di Credi. Il disco, infatti, comprende brani anche lunghi 12 minuti, con molte parti strumentali. E’ un modo di suonare che io amo, nel solco di gruppi come i Motorpsycho o i Porcupine Tree.

Insomma, niente operazione nostalgia?
Assolutamente no. Nei mesi passati in studio io componevo le canzoni, ma poi facevano jam session tra tutti noi, quindi è nata una somma di tutte le esperienze personali di ciascun membro del gruppo, compresi quelli più giovani.
D’altronde sono passati trent’anni anni e non era nostra intenzione riproporre le stesse formule degli anni ’80. La musica è infinita, non ha un’età. E’ importante come viene riproposta con professionalità. Noi volevamo fare musica improntata al futuro. Già il fatto che con Giancarlo Sansone ci sia una tastiera, strumento che prima non c’era, unito al cantato di Gianluca Piscitello e al drumming di Fabrizio Calabrese, porta per forza di cose a un impatto e a un modo di fare musica diversa. Io lo chiamo il cuore caldo del rock. Al di là dei generi, l’importante è che venga fatto con sincera devozione.

[Foto di Lara Ceresa]

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