“Al Markiz”: Corrado, il Marchese di Monferrato che sconfisse Saladino
A Versailles, nella Sala delle Crociate, sono conservati i ritratti ottocenteschi dei protagonisti delle Crociate; tra essi un nostro conterraneo, Al Markiz, ossia Corrado Marchese di Monferrato,la cui biografia è stata pubblicata da Francesco Cordero di Pamparato nel 2008
A Versailles, nella ?Sala delle Crociate?, sono conservati i ritratti ottocenteschi dei protagonisti delle Crociate; tra essi un nostro conterraneo, Al Markiz, ossia Corrado Marchese di Monferrato,la cui biografia è stata pubblicata da Francesco Cordero di Pamparato nel 2008
Come mai un Aleramico come voi in Terrasanta?
Appena in tempo: perché?
Dopo la sconfitta di Hattin anche Tiro, come gran parte del Regno, stava per consegnarsi a Saladino. Io, nipote del Barbarossa, appena sbarcato annunciai che mio zio stava organizzando un’armata di soccorso, convincendo abitanti e soldati a resistere.
Come la prese Saladino?
Male. Dopo Gerusalemme, Saladino attaccò Tiro, ma nel frattempo noi avevamo ripristinato le difese, e le navi genovesi e pisane ci avevano rifornito i magazzini. Falliti gli assalti da terra (l’accesso a Tiro era una sottile lingua di sabbia, facilmente difendibile), Saladino ricorse al blocco navale: ma i nostri successi contro soldati e navi fiaccarono il nemico, già stanco per mesi e mesi di guerra, ed ora accampato all’aperto sotto la pioggia (era autunno) mentre noi eravamo in città, al coperto; perciò, a fine dicembre, tolsero l’assedio.
Così Saladino, a Tiro, fu sconfitto.
Purtroppo la morte del Barbarossa e le liti tra Filippo II Augusto di Francia e Riccardo I d’Inghilterra, incapaci di sostituirlo al comando della spedizione di soccorso, ci fecero perdere l’occasione di battere Saladino definitivamente.
La vittoria di Tiro vi fruttò comunque l’elezione a Re di Gerusalemme, al posto di Guido di Lusignano, responsabile delle sconfitte del 1187.
Oltre a ciò, avevo spostato Isabella, erede al trono dopo la morte della regina Sibilla e delle sue due figlie: ma non arrivai vivo all’incoronazione, perché un sicario mi uccise il 28 aprile 1192.
Si sa chi fu il mandante?
Si parla di una setta, quella degli Assassini e del Vecchio della Montagna: ma a guadagnarci davvero fu Enrico di Champagne, nipote di re Riccardo, che sposò Isabella già incinta di Maria, mia figlia, futura regina.
Solo un sospetto?
Non credo: Enrico VI, figlio del Barbarossa e mio cugino, imprigionò re Riccardo I di ritorno dalla Terrasanta, liberandolo solo dietro pagamento di una somma cospicua. In quanto Imperatore, egli era il massimo responsabile del rispetto delle leggi: per questo avrà di sicuro preso informazioni prima di arrestare re Riccardo e, se poi ha accettato quei soldi, lo avrà fatto non come riscatto per un rapimento (queste cose le fanno i banditi) ma come “guidrigildo”, risarcimento per l’uccisione di un familiare previsto dalle antiche consuetudini germaniche.