Alfredo Biava e quella lettera caduta giù dal treno
"Carissimi genitori, vi scrivo mentre sono in attesa da un momento allaltro di partire per la Germania...". Comincia così lultima lettera che il giovane serravallese Alfredo Biava riesce a far arrivare ai genitori. Il 19enne l'ha fatta cadere dal camion che lo sta trasportando dal carcere di Marassi al lager di Mauthausen
"Carissimi genitori, vi scrivo mentre sono in attesa da un momento all?altro di partire per la Germania...". Comincia così l?ultima lettera che il giovane serravallese Alfredo Biava riesce a far arrivare ai genitori. Il 19enne l'ha fatta cadere dal camion che lo sta trasportando dal carcere di Marassi al lager di Mauthausen
La lettera viene trovata per terra, lungo la strada, a Cassano Spinola. Alfredo, che ha 19 anni, l’ha fatta cadere dal camion che lo sta trasportando, insieme ad altri sventurati, dal carcere di Marassi a un treno che lo porterà a finire i suoi giorni nel tristemente noto lager di Mauthausen.
Afredo Biava era nato a Serravalle Scrivia il 19 dicembre del 1924, da una famiglia antifascista. Giovanissimo, trova lavoro all’Ansaldo e diventa disegnatore meccanico; ma l’arrivo della guerra cambia il destino e Alfredo viene arruolato in fanteria a Cameri.
Giunto il 25 luglio, finalmente il Re fa arrestare Mussolini dopo che lo stesso è stato destituito dal consiglio del Fascismo. Alfredo decide che per lui questa guerra è stata abbastanza, e diserta, torna a casa. Giunto l’8 settembre, decide di aggregarsi alle formazioni partigiane alle pendici del monte Tobbio.
Riesce fortunosamente a fuggire dal rastrellamento della Benedicta, scappando prima a Voltri, poi a Novi e infine a Capriata, dove trova rifugio alla Cascina Bellavista, che ospita 13 partigiani, di cui due sovietici.
Catturato a Gavi, viene portato alla tristemente nota casa dello studente a Genova dove viene a lungo torturato, per poi essere avviato alla prigionia in Germania.
“Spero che il destino ci permetta di abbracciarci ancora in ottima salute – prosegue la lettera di Alfredo – Questo lo raccomando a te specialmente Mamma, con i tuoi disturbi di cuore perché non vorrei che al momento del mio ritorno (…) il destino ci preparasse qualche altra catastrofe, che credo che basta così…”.
Alfredo Biava venne trasferito al campo di lavoro di Norimberga, da cui tentò di fuggire. Catturato, venne mandato al campo di sterminio di Mathausen, dove finì nel forno crematorio.
La storia di questo giovane serravallese non è purtroppo una storia rara: tanti ragazzi, animati da spirito di libertà, combatterono il fascismo e molti, troppi, fecero la fine di Alfredo. A noi oggi il dovere di ricordarli.