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Quei neri nel limbo di Novi
A Novi i ragazzi neri hanno cominciato a protestare: vogliono avere la televisione e la parabola satellitare, una connessione ad internet. Il centro di accoglienza è gestito dalla cooperativa Verso probo di Vercelli che ha un finanziamento di 35 euro al giorno per ogni ospite: non molto, ma del resto neppure una connessione internet e una televisione costano moltissimo. In fondo, per ospitarli, ricevono più di 40mila euro al mese
A Novi i ragazzi neri hanno cominciato a protestare: vogliono avere la televisione e la parabola satellitare, una connessione ad internet. Il centro di accoglienza è gestito dalla cooperativa ?Verso probo? di Vercelli che ha un finanziamento di 35 euro al giorno per ogni ospite: non molto, ma del resto neppure una connessione internet e una televisione costano moltissimo. In fondo, per ospitarli, ricevono più di 40mila euro al mese
NOVI LIGURE – Sono finiti qui ma chissà dove volevano andare: forse in Germania, in Svezia, o ancora più lontano. La nazione che per prima li identifica, è quella a cui devono fare la domanda di asilo politico, nell’attesa della risposta non possono per legge lavorare e vengono ospitati in centri di accoglienza come quello di Novi Ligure. L’Italia, tra tutti i paesi europei, è quello che ci mette più tempo a decidere sulla richiesta di asilo: si arriva fino a due anni di attesa, anche se la legge prescrive la risposta entro 45 giorni. Se la richiesta di asilo verrà accettata, potranno riprendere il loro viaggio, probabile che da qualche parte qualcuno li stia aspettando. Se verrà respinta, gli verrà detto di tornare a casa, e saranno liberi di andare via da Novi e proseguire il loro viaggio, anche perché nessuno ha i soldi per pagarsi il viaggio di ritorno.
In mezzo ad insediamenti industriali, una quarantina di giovani africani sono in attesa della convocazione in commissione. Non è difficile immaginare giornate che non passano mai, divisi tra la nostalgia di casa e la voglia di andare via. Con la voglia di telefonare ai parenti, e di sentire notizie del paese lontano.
A Novi i ragazzi neri hanno cominciato a protestare: vogliono avere la televisione e la parabola satellitare, una connessione ad internet. Il centro di accoglienza è gestito dalla cooperativa “Verso probo” di Vercelli che ha un finanziamento di 35 euro al giorno per ogni ospite: non molto, ma del resto neppure una connessione internet e una televisione costano moltissimo. In fondo, per ospitarli, ricevono più di 40mila euro al mese.
C’è chi storce il naso, tra i novesi: “Già ci tocca mantenerli a far nulla, vogliono pure vedere la tv?” ha commentato qualcuno.
La propaganda inizia a montare: sui siti più beceri si legge che gli immigrati hanno bloccato la città, e le foto mostrano colonne di fumo che si alzano in cielo. Ormai molti osservano la realtà attraverso il filtro del web, e ci credono. La protesta monta, la strumentalizzazione cavalca.
Gli italiani si dividono tra comprensivi e intransigenti. In mezzo, questi ragazzi che cercavano un futuro migliore e invece sono finiti bloccati nella zona industriale di Novi, tra aziende in cui non possono lavorare. Novi Ligure, una città che forse un giorno ricorderanno come una prigione.
In mezzo ad insediamenti industriali, una quarantina di giovani africani sono in attesa della convocazione in commissione. Non è difficile immaginare giornate che non passano mai, divisi tra la nostalgia di casa e la voglia di andare via. Con la voglia di telefonare ai parenti, e di sentire notizie del paese lontano.
A Novi i ragazzi neri hanno cominciato a protestare: vogliono avere la televisione e la parabola satellitare, una connessione ad internet. Il centro di accoglienza è gestito dalla cooperativa “Verso probo” di Vercelli che ha un finanziamento di 35 euro al giorno per ogni ospite: non molto, ma del resto neppure una connessione internet e una televisione costano moltissimo. In fondo, per ospitarli, ricevono più di 40mila euro al mese.
C’è chi storce il naso, tra i novesi: “Già ci tocca mantenerli a far nulla, vogliono pure vedere la tv?” ha commentato qualcuno.
La propaganda inizia a montare: sui siti più beceri si legge che gli immigrati hanno bloccato la città, e le foto mostrano colonne di fumo che si alzano in cielo. Ormai molti osservano la realtà attraverso il filtro del web, e ci credono. La protesta monta, la strumentalizzazione cavalca.
Gli italiani si dividono tra comprensivi e intransigenti. In mezzo, questi ragazzi che cercavano un futuro migliore e invece sono finiti bloccati nella zona industriale di Novi, tra aziende in cui non possono lavorare. Novi Ligure, una città che forse un giorno ricorderanno come una prigione.