Novese Calcio, una commedia all’italiana
Home
Maurizio Iappini - m.iappini@ilnovese.info  
2 Marzo 2016
ore
00:00 Logo Newsguard

Novese Calcio, una commedia all’italiana

A leggerla in controluce, la vicenda che riguarda la povera Novese, ha tutti i sapori tipici della commedia all’italiana, fondata sul gioco degli equivoci e sull’arte del controsenso ma qualche appassionato di letteratura contemporanea ci potrebbe leggere la trama di un romanzo di Kafka o di un’opera di Beckett

A leggerla in controluce, la vicenda che riguarda la povera Novese, ha tutti i sapori tipici della commedia all’italiana, fondata sul gioco degli equivoci e sull’arte del controsenso ma qualche appassionato di letteratura contemporanea ci potrebbe leggere la trama di un romanzo di Kafka o di un’opera di Beckett

NOVI LIGURE –  A leggerla in controluce, la vicenda che riguarda la povera Novese, ha tutti i sapori tipici della commedia all’italiana, fondata sul gioco degli equivoci e sull’arte del controsenso ma qualche appassionato di letteratura contemporanea ci potrebbe leggere la trama di un romanzo di Kafka o di un’opera di Beckett. In parole povere, la storia è semplice: una (vecchia) proprietà stanca e stufa di gestire un club storico e di subire continue critiche, un (presunto) intermediario che in realtà, a giochi fatti si comporta da plenipotenziario, una (misteriosa) cordata di imprenditori “principalmente impegnati nel mondo del cioccolato” (queste le prime indicazioni all’alba della vicenda) e un (reale) attuale proprietario che in pochissimi a Novi hanno avuto la fortuna di conoscere. Se i protagonisti principali sono questi, altri personaggi secondari si affacciano sulla scena di un palcoscenico dove il pubblico (tifosi, addetti ai lavori, autorità e chi più ne ha più ne metta) è suo malgrado spettatore non pagante.

La salvezza 2015

A fine della scorsa stagione, nonostante un budget ridotto all’osso, la Novese si salva agevolmente. L’orgoglio di chi ci ha messo faccia e soldi è alle stelle al punto che l’ex presidente Renato Traverso fa intendere che l’idea è quella di proseguire a condizione che si affianchi qualche sponsor o socio nella gestione del sodalizio. Passano mesi di preoccupante silenzio con continui rimandi settimanali per illustrare la pianificazione della futura annata sportiva. Normale quando un torneo come quello di serie D finisce ai primi di maggio, un po’ meno quando a giugno inoltrato non si conoscono le mosse della Novese, al punto che Salvatore Mango, il tecnico che ha condotto la Novese alla salvezza, esce di scena suo malgrado accettando le avances del Ligorna dopo la metà di giugno e dopo avere atteso inutilmente una riconferma che non è mai arrivata. Il clima da “Aspettando Godot” coinvolge un po’ tutti perché se la proprietà composta dalla triade Giacomello-Taverna-Traverso chiede a destra e a manca sostegno senza ottenerlo, il direttore sportivo Alessandro Merlin è fermo sul mercato in attesa di conoscere il budget per poter operare. Un empasse che raggiunge il lato più assurdo nell’ultima decade di luglio quando la Novese disputa un’amichevole nel ritiro del Pavia senza avere ancora un allenatore, una data del proprio raduno e lo straccio di un calciatore ad eccezione dei baby di sua proprietà. Insomma una dirigenza che aspetta il suo Godot sotto forma di sostegno economico, un direttore sportivo che somiglia al capitano Drogo del Deserto dei Tartari e tifosi che iniziano ad assomigliare a dei Gregorio Samsa, come nella Metamorfosi di Kafka.

IL SERVIZIO COMPLETO SUL NOVESE IN EDICOLA DA DOMANI, GIOVEDì 3 MARZO.

Articoli correlati
Leggi l'ultima edizione