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Rottura tra sindacati sul gruppo Gavio. Uil: “non firmate accordi di zona”
Frattura tra i sindacati Cgil, Cisl e Uil sul rinnovo degli accordi con il settore trasporti idrocarburi nel gruppo Gavio. Uil propone un tavolo nazionale e chiede ai suoi iscritti di non siglare accordi di zona. Il primo è stato siglato ad Arquata: prevede penali insostenibili per i lavoratori
Frattura tra i sindacati Cgil, Cisl e Uil sul rinnovo degli accordi con il settore trasporti idrocarburi nel gruppo Gavio. Uil propone un tavolo nazionale e chiede ai suoi iscritti di non siglare accordi di zona. Il primo è stato siglato ad Arquata: ?prevede penali insostenibili per i lavoratori?
Gerardo Migliacco, segretario regionale Uil Trasporti, Gianmario Statella per la zona di Novara, Alessandro Porta, segretario provinciale Uil Trasporti Alessandria (nella foto) chiedono, quindi, che torni a riunirsi un tavolo nazionale e ai propri iscritti “di non firmare gli accordi di zona”.
“Il contratto nazionale, tra gruppo sindacati, siglato nel 2011 è scaduto nel giugno 2014 – spiegano – da allora l’azienda ha come nicchiato davanti alla nostra richiesta di un rinnovo complessivo, portando di fatto avanti accordi territoriali.”
Il primo è stato siglato ad Arquata, sottoscritto da Cgil e Cisl, ma non da Uil. “Torniamo a chiedere un tavolo nazionale o, per lo meno, regionale, per la revisione del contratto collettivo”, dicono.
Il 29 marzo è stato convocato un primo incontro a Milano. Vista la prima apertura,Uil ha sospeso la proclamazione dello stato di agitazione ma, intanto, chiede ai suoi iscritti di non sottoscrivere nulla a livello individuale. Sono circa 200 gli iscritti Uil e costituiscono “il sindacato più rappresentano tra i lavoratori del gruppo”, dicono i tre segretari.
Uil assicura di “non voler determinare l’uscita dal mercato del gruppo”, imponendo richieste inaccettabili: “Responsabilmente, siamo i primi a volere che l’azienda possa lavorare e bene”. Ma occorrono “regole certe e condivise”, valide per tutti.
E qui si apre un’altra problematica: l’utilizzo di autisti “esterni”, dipendenti formalmente da aziende con sede all’estero, “imprestati” al gruppo per consegne. “Una pratica adottata sempre più in modo ricorrente ma, proprio perchè non dipendenti diretti, è più difficile attuare controlli”.
Dal mese di dicembre, infatti, è arrivato un subvettore transnazionale, un subappalto, che lavora per la casa di spedizioni come prestatori d’opera sui mezzi Autosped.
I dipendenti Autosped vedono in questa tendenza, che si verifica non solo qui ma a livello nazionale, una grande problematica per la gestione del lavoro e dei lavoratori, che sono così divisi in personale di serie A e di serie B. La discriminazione è considerata dunque duplice, da un lato perché i dipendenti di Autosped spesso si trovano in ferie per far lavorare gli altri, sia italiani che stranieri, che a loro volta vengono pagati con uno stipendio forfettario, senza troppe tutele. Questo fenomeno non fa che generare discriminazione e problematiche per i lavoratori dei settori container del Gruppo Gavio