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Agostino Pietrasanta  
22 Maggio 2016
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Marco Pannella, una presenza di servizio

Ha tentato sempre di smuovere le acque stagnanti, del tutto prive di ideali della classe dirigente. Pannella non si è certo arricchito grazie alle sue battaglie per i diritti civili

Ha tentato sempre di smuovere le acque stagnanti, del tutto prive di ideali della classe dirigente. Pannella non si è certo arricchito grazie alle sue battaglie per i diritti civili

OPINIONI – Non si tratta di un omaggio formale, ma piuttosto un riconoscimento di sintonia che il nostro blog gli deve, sia pure ad livello del tutto locale e modesto, almeno sotto due punti di vista: abbiamo sempre dichiarato di voler promuovere un dibattito che superasse l’afasia ormai cronica della politica e Marco Pannella ha tentato sempre di smuovere le acque stagnanti, del tutto prive di ideali della classe dirigente; abbiamo sempre sostenuto l’ispirazione di fondo di una politica come servizio e Marco Pannella non si è certo arricchito grazie alle sue battaglie per i diritti civili.

Sul merito si aprono alcune considerazioni dialettiche. Intanto i metodi da Lui usati, anche se non sempre, mi hanno lasciato personalmente perplesso, ma sempre rispettoso. Non mi entusiasmavano spesso le sue esternazioni un tantino urlate, e tuttavia le forme usate le ha sempre pagate di persona a cominciare dai digiuni prolungati che si sono richiamati a dei precedenti di straordinaria efficacia. Le sue presenze televisive, da imbavagliato, non mi convincevano del tutto; per mio carattere e convinzione, avrei preferito sentirlo parlare sfruttando le occasioni che gli erano concesse, e tuttavia, molto spesso, dava conto e denuncia di uno strumento televisivo paludato ed eterodiretto da alcuni potentati non entusiasti della libertà di comunicazione.

Le sue battaglie hanno fatto storia sui diritti, un po’ meno sui doveri. L’ultimo esempio l’hanno offerto i lunghi dibattiti sulle unioni civili. Io non insisterò mai abbastanza sulla necessità di una normativa organica, non solo per riconoscere dei diritti, ma anche per stabilire dei doveri reciproci, per tutti i generi di convivenza. Tutto questo era previsto dai DICO: io credo che se su quelle norme ci fosse stato un interesse, sia pure dialettico, di Marco Pannella, la sua autorevolezza avrebbe inciso non poco. Sul divorzio era inevitabile il passo compiuto; purtroppo la persistente nostalgia di un regime di cristianità ha rischiato una devastante frattura nella coscienza civile e religiosa (i cattolici del NO!) della nazione.

Discorso diverso andrebbe fatto sull’aborto, e tuttavia Marco Pannella difendendo la posizione, a mio avviso discutibile, portò il dibattito anche sul problema della contraccezione, sul quale sarebbe opportuna una maggiore chiarezza da parte dell’autorità ecclesiastica, tanto più oggi dal momento che le norme vigenti della Chiesa sono del tutto disattese anche dai cattolici: non è esemplare tacere, dal momento che non si sa più cosa opporre ai comportamenti di fatto.

Sul resto: battaglie contro la fame nel mondo, contro la pena di morte, accoglienza dello straniero, non solo siamo sempre stati del suo stesso parere, anche quando una diffusa indifferenza di un perbenismo borghese che ovattava ogni senso morale si mostrava contraria o infastidita, ma abbiamo anche ammirato il suo andare contro corrente, la sua determinazione ed il suo dialogo anche con quelli che su altre questioni lo contestavano. In fondo era uomo del confronto e (cosa sempre rara) di amicizia: talora spigolosi, ma sempre disinteressati, perché di servizio e non di potere. Un esempio purtroppo raro.