Referendum: “sono dell’Anpi ma voterò sì!”
Il novese Domenico Balestrero, da sempre membro dell'Associazione Partigiani d'Italia, non condivide la presa di posizione della sua associazione in merito alle modifiche costituzionali e annuncia il suo sostegno al referendum
Il novese Domenico Balestrero, da sempre membro dell'Associazione Partigiani d'Italia, non condivide la presa di posizione della sua associazione in merito alle modifiche costituzionali e annuncia il suo sostegno al referendum
«I padri costituenti stessi avevano deciso che la costituzione poteva essere modificata, inserendo l’articolo 138 che regola proprio le modifiche alla costituzione. Anche loro avevano previsto che la nostra costituzione si sarebbe dovuta adattare ai tempi, ed è quello che stiamo facendo.»
Balestrero ha iniziato al sua attività politica nel Pci, passando per il Pds, i Ds e ora il PD. Tutte le mattine compra l’Unità e la legge tutta, dalla prima all’ultima pagina, e poi discute di politica con la passione di un ventenne fino all’ora di pranzo.
«I valori fondanti della nostra repubblica sono nella prima parte della costituzione, che non si deve toccare per nulla al mondo. La seconda parte invece può e deve essere adattata ai tempi. Il bicameralismo va superato da tempo, è solo una lungaggine che fa sì che si finisca spesso per essere in ritardo, ed è quello che il governo vuole fare, riducendo contemporaneamente il numero dei parlamentari»
L’Anpi però non la pensa così, come mai?
Chi dice di no è in malafede – dice Balestrero senza mezzi termini – non ne fa una questione di merito sulla modifica ma dice no solo per opposizione a Renzi.
La Boschi allora ha ragione?
Certamente. Faccio politica dal ’58, quando mi sono iscritto alla Federazione dei Giovani Comunisti, so bene che in politica si trova di tutto, anche tra i compagni dello stesso partito. Certi personaggi ci sono solo per interesse, sia un tempo che oggi e spesso sono sempre gli stessi. Persone che danno un contributo solo per dire quel che si deve fare, poi però a farlo ci devono andare gli altri.
Renzi ha detto che se al referendum passa il no, si dimette. Ha fatto bene a prendere questa posizione?
Se Renzi di dimettesse, sarebbe un bel problema per il paese. Berlusconi ha già fatto sapere che è pronto ad un governo di responsabilità nazionale, che è solo un modo per garantirsi ancora un po’ di potere. Se si tornasse a votare con il porcellum, poi, il rischio è che di nuovo dalle elezioni non esca una maggioranza in grado di governare il paese. Però Renzi ha fatto bene a dire che è pronto ad andarsene: ha dimostrato coerenza e di non essere attaccato al potere.