San Giacomo, biopsia robotizzata per la prostata
Con lobiettivo di potenziare la definizione diagnostica del tumore prostatico, il reparto di Urologia, diretto da Franco Montefiore, ha intrapreso un progetto di biopsia prostatica robotizzata. Per farlo, i tre medici novesi Paolo Mondino, Walter Fusco e Roberto Pastorino hanno dovuto seguito un corso di formazione presso la Clinica Universitaria Urologica di Tuebingen in Germania
Con lobiettivo di potenziare la definizione diagnostica del tumore prostatico, il reparto di Urologia, diretto da Franco Montefiore, ha intrapreso un progetto di biopsia prostatica robotizzata. Per farlo, i tre medici novesi Paolo Mondino, Walter Fusco e Roberto Pastorino hanno dovuto seguito un corso di formazione presso la Clinica Universitaria Urologica di Tuebingen in Germania
NOVI LIGURE – Il tumore della prostata è la più frequente neoplasia dell’uomo con una incidenza del 12 per cento. L’attribuzione delle categorie di rischio avviene solamente sulla base dell’antigene prostatico specifico – il Psa – e soprattutto dei risultati della biopsia prostatica, che è il mezzo diagnostico per eccellenza.
La biopsia, cioè il prelievo di campioni di tessuto da sottoporre a indagine, deve quindi essere la più precisa e attendibile possibile. Con l’obiettivo di potenziare la definizione diagnostica del tumore prostatico, il reparto di Urologia di Novi Ligure, diretto da Franco Montefiore, ha intrapreso un progetto di biopsia prostatica robotizzata. Per farlo, i tre medici novesi Paolo Mondino, Walter Fusco e Roberto Pastorino hanno dovuto seguito un corso di formazione presso la Clinica Universitaria Urologica di Tuebingen in Germania.
La settimana scorsa, al San Giacomo, sono stati eseguiti i primi 7 casi di biopsia prostatica con il metodo “Fusion”, con la collaborazione degli ingegneri responsabili del sistema robotizzato, giunti da Singapore per fornire l’assistenza tecnica necessaria.
Il supporto di tutta l’equipe medica e di tutto il personale infermieristico del reparto, del day hospital e della sala operatoria ha permesso di concludere le sedute operatorie con successo e tutti i pazienti sono stati dimessi dopo poche ore dalla procedura.
Mentre con i tradizionali sistemi, anche aumentando il numero di prelievi, la percentuale di biopsie positive non ha mai superato il 30-35 per cento, con l’introduzione di questa nuova tecnica finalmente si è riusciti ad avere più dati positivi e meno biopsie inutili.
Alla luce dei brillanti risultati offerti dalla metodica e considerata la costante volontà di perseguire la ricerca di tecniche diagnostiche e terapeutiche mini invasive e sempre più accurate per il paziente, sono già state programmate altre sedute operatorie di biopsia prostatica fusion robotizzata per i mesi di agosto e settembre.