Le opere d’arte sono giocattoli, esposti nel museo di Borghetto
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Maurizio Iappini - m.iappini@ilnovese.info  
24 Ottobre 2016
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Le opere d’arte sono giocattoli, esposti nel museo di Borghetto

A Torre Ratti, frazione di Borghetto Borbera alle porte della omonima valle, verrà inaugurato il Museo del Giocattolo, una mostra permanente del pittore Enrico Debenedetti

A Torre Ratti, frazione di Borghetto Borbera alle porte della omonima valle, verrà inaugurato il Museo del Giocattolo, una mostra permanente del pittore Enrico Debenedetti

BORGHETTO BORBERA – Come un libro ha mille livelli di lettura, anche un museo, di qualsiasi argomento, può prestarsi a mille interpretazioni e sfaccettature. Se a realizzarlo è però un artista, allora quel museo diventa un catalogo di opere uniche, fatte con la passione di chi sente il bisogno di comunicare una forma artistica diversa e “immediata”, comprensibile anche ai più piccoli. Il 30 ottobre a Torre Ratti, frazione di Borghetto Borbera alle porte della omonima valle, verrà infatti inaugurato il Museo del Giocattolo, una mostra permanente del pittore Enrico Debenedetti.

“Da oltre 20 anni cullavo l’idea di uscire dalle forme artistiche tradizionali fatte di tavolozze e pennelli: così, nel tempo mi sono dedicato alla costruzione di macchine fantastiche”; lungi dall’auto incensarsi, Debenedetti (uno che con molta modestia non ti dice neppure che nel suo curruculm può vantare i complimenti del Vittorio Sgarbi critico d’arte) dà il peso alle parole perché per fantastica intende frutto della fantasia, “Un po’ come se avessi trovato nella realtà l’isola che non c’é”, chiosa l’artista. Un’isola che ha un indirizzo ed è un esempio, anche di buona politica.

A Borghetto, Debenedetti aveva richiesto uno spazio per la sua idea ma il sindaco Bussalino gli aveva chiesto un anno per rispondergli: la sua però non era una promessa da marinaio perché allo scoccare della scadenza, Debenedetti ha avuto la risposta che aspettava. In pratica, il comune aveva individuato e ristrutturato “La Casa del Fante”, una costruzione con una storia medioevale (in pratica era la casermetta del posto di guardia delle Repubblica di Genova) e un futuro artistico. Così il 30 ottobre aprirà un museo che nel suo genere è unico in Italia perché sono in pochi ad avere avuto l’intuizione di fare dei giocattoli che sono una piccola grande opera d’arte, anche mediante il riutilizzo di materiale vecchio come un orologio diventato la ruota di un camioncino o come una vaschetta per gatti trasformata in una giostrina, senza contare innumerevoli personaggi famosi finiti negli ingranaggi di qualche macchina fantastica o alla guida di qualche trenino.

Enrico Debenedetti è pittore professionista, affascinato dalla pop art di Mario Schifano e le sue opere (chiamarli giocattoli sarebbe riduttivo) risentono di quella corrente. Insomma un museo per tutte le età perché se i bambini vedranno dei giocattoli creati con materiali diversi da quelli a cui sono abituati, gli adulti potranno osservare le opere di un artista che a due passi da casa ha saputo inventarsi una mostra permanente con tanto di catalogo che è una vera donazione alla comunità. Una comunità, che a sua volta può ricavare un messaggio profondo dall’artista perché l’idea che ogni prodotto prima di diventare rifiuto possa diventare qualcosa d’altro è pura e semplice educazione civica con un linguaggio che per una volta è meglio della tradizionale pubblicità progresso.

Certo, nelle opere-giocattolo di Debenedetti c’è dell’altro, molto di personale e tanto di generazionale come spiega l’artista: “Mi piace l’idea che per realizzare i giocattoli sono tornato indietro nel tempo quando i nostri genitori ci costruivano i giocattoli. Infatti, ho iniziato a dedicarmi a queste opere quando avevo realizzato dei mini giochi per i bambini delle scuole materne dove insegna mia moglie e poi mi sono ricordato di quando i nostri vecchi arrivavano dalla campagna o dai boschi con qualche arnese che veniva trasformato o utilizzato in qualcosa d’altro rispetto a quella che era la sua funzione originale”, della serie non si butta via niente. Per un artista però l’arte è comunicazione e nelle sue opere Debenedetti vuole dare un messaggio che è un po’ quello del tempo che passa e del mondo che cambia: non a caso molte delle opere contengono orologi, clessidre, insomma strumenti che misurano la vita. Come tutte le sensazione ed emozioni inconsce, la domanda che più ha stupido Debenedetti è stata quella sul primo regalo ricevuto: “Un trenino”. Guardando i pezzi del Museo dei Giocattoli c’era da scommetterci perché le macchine a vapore o le locomotrici sono la parte predominante del catalogo.

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