Gli indagati di Cociv accusano di diffamazione l’ambientalista Brunetti
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4 Novembre 2016
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Gli indagati di Cociv accusano di diffamazione l’ambientalista Brunetti

L'ambientalista Antonello Brunetti, insegnante in pensione di Castelnuovo Scrivia, è stato trascinato in tribunale, con l'accusa di diffamazione, da i vertici (oggi rimossi) di Cociv, finiti agli arresti domiciliari per corruzione, concussione e turbativa d'asta. La difesa presenta istanza per l'assoluzione ma il giudice decide per procedere con l'iter giudiziario

L'ambientalista Antonello Brunetti, insegnante in pensione di Castelnuovo Scrivia, è stato trascinato in tribunale, con l'accusa di diffamazione, da i vertici (oggi rimossi) di Cociv, finiti agli arresti domiciliari per corruzione, concussione e turbativa d'asta. La difesa presenta istanza per l'assoluzione ma il giudice decide per procedere con l'iter giudiziario

CRONACA – Sotto accusa da chi è indagato. L’ambientalista Antonello Brunetti, insegnante in pensione di Castelnuovo Scrivia, è stato trascinato in tribunale, con l’accusa di diffamazione, da i vertici (oggi rimossi) di Cociv, finiti agli arresti domiciliari per corruzione, concussione e turbativa d’asta.
Ironia (ma i protagonisti non ridono di certo) della sorte, Brunetti in uno scritto inviato tramite mail ad una serie di amici e attivisti dei movimenti ambientalisti, parlava di “rete tangentizia”. 
Il General Contractor, per mano di Michele Longo, ex presidente ora agli arresti domiciliari, querelò Brunetti che ieri è comparso davanti al giudice del tribunale di Alessandria. Lui presente. Non era invece presente Longo, agli arresti, appunto. E neppure Pietro Marcheselli, ex direttore generale di Cociv che sarà uno dei testimoni “chiave” del procedimento contro Brunetti. 
L’ambientalista ha raccolto e raccontato, attraverso una serie di lettere vent’anni di vicende relative al progetto alta velocità. Nel 2012 aveva accomunato il Terzo Valico al ponte sullo stretto di Messina e parlava di “rete tangentizia”, in riferimento al general contractor. Le sue considerazioni furono riprese e rilanciate sulla rete internet da un blog genovese. Longo, nel febbraio 2014, firmò la querela contro Brunetti.
Davanti al giudice, l’avvocato di difesa, Bonifai, ha sollevato eccezioni. In prima battuta, ha presentato un’istanza di assoluzione, in forza dell’articolo 129 del codice di procedura penale per il quale il giudice, se in qualunque grado del procedimento riconosce “che manca una condizione di procedibilità, lo dichiara di ufficio con sentenza”. L’elemento che determinerebbe l’improcedibilità, secondo la difesa, è il fatto che Longo è stato arrestato per tangenti.
Accuse che, ovviamente, sono ancora da provare in sede giudiziaria.
Respingono l’istanza il pubblico ministero e l’avvocato Zanardi, per Cociv (parte lesa, in questa causa). “Non ci sono elementi da giustificare l’applicazione dell’articolo 129”, poiché l’arresto è successivo ai fatti contestati in questo procedimento, obietta l’accusa.
L’altra eccezione sollevata dalla difesa è tutta tecnica. Brunetti inviò le mail ad un elenco di amici e conoscenti, non sapeva della pubblicazione né aveva nulla a che vedere con il referente del blog, sostiene la difesa. Non ci sarebbero quindi le aggravanti previste dall’articolo 595 del codice penale sulla diffamazione a mezzo stampa e la vicenda si potrebbe liquidare, secondo la difesa, davanti al giudice di pace. Istanza respinta, in ogni caso.
Il processo contro l’ambientalista Brunetti che apostrofava Cociv (i vertici, a onor del vero sono stati rimossi e sostituiti) di essere tangentari, va avanti. La prossima udienza è fissata per il 2 febbraio 2017. Già convocati i primi testi, tre per la difesa, due per l’accusa, tra cui Michele Longo.
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