“Il fatto non sussiste”, imprenditore assolto dall’accusa di truffa
Assolto con formula piena dallaccusa di truffa limprenditore gaviese Diego Dameri, oggi 70enne. Luomo era finito nel guai nel 2009, a causa di un incidente avvenuto nella sua azienda di località Valle, a Gavi. In 21 dicembre di quellanno, il giovane operaio Simone Arturo Dessì, di Vignole Borbera, subì un grave infortunio
Assolto con formula piena dall?accusa di truffa l?imprenditore gaviese Diego Dameri, oggi 70enne. L?uomo era finito nel guai nel 2009, a causa di un incidente avvenuto nella sua azienda di località Valle, a Gavi. In 21 dicembre di quell?anno, il giovane operaio Simone Arturo Dessì, di Vignole Borbera, subì un grave infortunio
GAVI – Assolto con formula piena dall’accusa di truffa l’imprenditore gaviese Diego Dameri, oggi 70enne. L’uomo era finito nel guai nel 2009, a causa di un incidente avvenuto nella sua azienda di località Valle, a Gavi. Il 21 dicembre di quell’anno, il giovane operaio Simone Arturo Dessì, di Vignole Borbera, subì un grave infortunio.
Il ragazzo lavorava da circa una settimana nel reparto verniciatura della Dameri Srl, che produce serramenti in legno. “Quel giorno c’era da caricare un camion e mi è stato chiesto di dare una mano – raccontò Dessì al pubblico ministero Luca Regalzi – L’incidente è avvenuto durante il caricamento di una grossa finestra del peso di 300 chilogrammi che, mentre veniva trasportata con un transpallet, è scivolata e mi ha travolto. Pensavo mi avesse tagliato le gambe perché non le sentivo più”. Nell’incidente, l’operaio riportò la frattura di una vertebra che da allora gli ha impedito di camminare, costringendolo su una sedia a rotelle.
Per l’episodio, Diego Dameri fu condannato a tre mesi di reclusione per lesioni colpose (ma è ancora pendente un ricorso in Cassazione).
Immediatamente dopo, però, a carico di Dameri si è aperto un altro processo, questa volta per truffa. Dessì, in aula, riferì che non aveva alcun tipo di contratto e che era stato messo in regola «dopo l’incidente, prendendo i miei documenti dalla tasca del giubbotto». E così la compagnia assicurativa Allianz – che aveva risarcito con mezzo milione di euro Dessì – si era rivolta alla Procura denunciando una truffa ai propri danni: senza un regolare rapporto di lavoro non era tenuta a pagare il risarcimento.
A propria difesa, Dameri produsse un contratto firmato dall’operaio prima dell’incidente. Dessì disse di non riconoscere la propria firma e il tribunale si affidò a un perito calligrafico che invece la attribuì al giovane. A quel punto, il ragazzo disse che forse aveva firmato, ma su un foglio qualsiasi e che non ricordava di alcun contratto. Secondo i difensori di Dameri, Dessì aveva però presentato agli uffici Inail proprio quel contratto per ottenere la pensione di invalidità. Nel frattempo anche la compagnia Allianz si è ritirata dal processo e non si è costituita parte civile.
Tutti elementi che hanno convinto il giudice a optare per la piena assoluzione di Dameri, perché il fatto non sussiste.