Volontariato, l’unico italiano del gruppo è un uomo di Capriata
Unico italiano a essersi (per ora) iscritto allAlbo del Volontariato individuale in comune a Novi, Riccardo, ironia della sorte, non è neppure di Novi. Nato ad Acqui, residente a Carpiata, è attualmente disoccupato: Ho deciso di aderire per impegnare il tempo e per rendermi utile per la comunità", spiega
Unico italiano a essersi (per ora) iscritto all?Albo del Volontariato individuale in comune a Novi, Riccardo, ironia della sorte, non è neppure di Novi. Nato ad Acqui, residente a Carpiata, è attualmente disoccupato: ?Ho deciso di aderire per impegnare il tempo e per rendermi utile per la comunità", spiega
“Guardandoli mentre si danno da fare, mi chiedo cosa avrei fatto io al loro posto. Hanno occhi che parlano e mi spiace essere influenzato per non continuare a lavorare per qualche giorno assieme a Fiorella”, racconta Pronzato cui va dato il merito di essere stato per adesso l’unico ad avere capito lo spirito dell’iniziativa che il comune di Novi ha mutuato da altre realtà piemontesi, indipendentemente dal colore politico della giunta. Ovviamente l’auspicio di Pronzato è di trovare un lavoro.
Chi invece è entusiasta dei suoi nuovi collaboratori è la Regina dei Volontari, Fiorella Romagnolo, la cittadina che senza che nessuno glielo abbia mai chiesto, da un paio di anni pulisce alcune zone verdi della città, per puro spirito civico, anche se qualche furbo ha pensato bene di insinuare che la mitica Fiorella possa avere un secondo fine; costui è la prova provata della frase di Ennio Flaiano, quella per cui la mamma dei cretini è sempre incinta. Fiorella, cappello di pile della Polizia in testa (“me l’ha regalato un poliziotto facendomelo trovare in una bar dove spesso mi paga il caffè”, dice col giusto orgoglio), è raggiante. “Era ora che qualcuno mi aiutasse. Questi ragazzi (l’espressione originale è in dialetto) sono bravi e come in ogni gruppo c’è chi ha più voglia di fare e chi invece si tira un po’ indietro. L’unico problema è la lingua ma lo sorpassiamo col linguaggio dei gesti”, racconta facendo vedere al Senegalese Antoine come si ramazza un marciapiede usando un sacco dell’immondizia regalatogli da un anonimo cittadino.
Proprio la risposta della città è double face: mentre nella vita reale in tanti approvano la voglia dei migranti di integrarsi, nel mondo virtuale di facebook ci si divide fra chi approva e chi invece preferisce criticare. Venerdì mattina in via Garibaldi però la gente (quella vera non quella blaterata nei social network) è parsa contenta, come Alda Pateri e Patrizia Ferrando: “La saracinesca del nostro negozio era bloccata e abbiamo chiesto aiuto a uno dei ragazzi di Fiorella che in pochi minuti ha aperto il negozio”, raccontano mentre offrono il caffè in una fredda mattina di dicembre, in gesto che scalda il cuore di chi possiede sentimento, una dote che parafrasando il Manzoni, se uno non ce l’ha non se la può dare.