Muore dopo le visite in due ospedali, sotto inchiesta sei medici di Novi e Ovada
Sarà l'autopsia a stabilire le cause della morte della pensionata ovadese di 76 anni Maria Luisa Orsi, morta allospedale di Novi Ligure il 5 gennaio scorso. La donna era stata accompagnata dai famigliari al Pronto Soccorso di Ovada a causa di forti dolori all'addome
Sarà l'autopsia a stabilire le cause della morte della pensionata ovadese di 76 anni Maria Luisa Orsi, morta all?ospedale di Novi Ligure il 5 gennaio scorso. La donna era stata accompagnata dai famigliari al Pronto Soccorso di Ovada a causa di forti dolori all'addome
All’ospedale di Ovada, valutato iò quadro clinico piuttosto critico, i medici ritenevano necessario e urgente effettuare una tac che, però non poteva essere eseguita presso il loro ospedale. Veniva quindi disposto il trasferimento all’ospedale di Novi, dove la pensionata veniva sottoposta agli esami necessari, ma la situazione era ormai critica e la donna spirava.
Prima di concedere il nulla osta al funerale la procura ha disposto l’autopsia che è stata effettuata dal medico legale Luca Tajana di Pavia. I funerali sono stati celebrati sabato scorso.
La procura ha anche acquisito i documenti clinici relativi alle ultime ore in vita della paziente ovadese. Nel registro degli indagati sono stati iscritti sei medici, alcuni di Ovada e alcuni di Novi (che hanno nominato come proprio consulente il dottor Matteo Luison): quattro tutelati dall’avvocato Roberto Cavallone e due dal legale Manuela Moretto.
Il marito e i figli, fiduciosi di chiarire che cosa abbia provocato, d’improvviso e in un sol giorno, il decesso di Maria Luisa Orsi, che era in buone condizioni di salute prima di accusare i forti dolori, si fanno rappresentare dall’avvocato Piero Monti (che, agli altri due medici legali, ha affiancato, come perito di parte, la dottoressa Cristina Oppezzo di Pavia).
Entro 60 giorni ci sarà l’esito dell’autopsia che dovrà anche stabilire se la donna avrebbe potuto essere salvata in caso di accesso immediato ad un Dea anziché ad un punto di emergenza come quello dell’ospedale di Ovada.