Il comandante Ezio Bassani, pioniere di questi strumenti antivelocità
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Maurizio Iappini - m.iappini@ilnovese.info  
30 Gennaio 2017
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Il comandante Ezio Bassani, pioniere di questi strumenti antivelocità

Carattere deciso, innamorato del proprio lavoro, il comandante della polizia municipale di Serravalle Ezio Bassani è stato per la nostra zona il pioniere che importò i “Velo Ok”

Carattere deciso, innamorato del proprio lavoro, il comandante della polizia municipale di Serravalle Ezio Bassani è stato per la nostra zona il pioniere che importò i ?Velo Ok?

SERRAVALLE SCRIVIA – Carattere deciso, innamorato del proprio lavoro, il comandante della polizia municipale di Serravalle Ezio Bassani è stato per la nostra zona il pioniere che importò i “Velo Ok”. Non fu però un’iniziativa estemporanea ma il frutto di un lungo lavoro che Bassani e i suoi uomini affrontarono con l’umiltà dei profani e l’entusiasmo dei neofiti come racconta proprio uno dei protagonisti di quei giorni: “Da sempre la nostra amministrazione ci chiede di fare il nostro lavoro, prevenire incidenti e problemi legati al traffico. Qualche anno addietro decidemmo così di capire la filosofia che animava i Velo Ok, allora sperimentati nelle Marche. Però non ci limitammo a importare passivamente le apparecchiature ma avviammo un progetto con l’Università Cattolica di Milano, facoltà di Psicologia, per arrivare a capire le cause dei sinistri e i modi per prevenirli”.

Insomma un lavoro universitario applicato sulla strada con i serravallesi a fungere da “cavie” a un programma che ha dato i suoi frutti, come racconta ancora Bassani: “Se prima ci concentravamo su prevenzione e sanzione al codice della strada, iniziammo a orientarci anche all’educazione stradale inteso come sensibilizzazione al rispetto della legalità. Avevamo capito che gli indicatori di velocità allora in voga perdevano l’effetto deterrente dopo tre giorni dal loro avvio e in alcuni casi diventavano una sorta di tachimetro nelle gare di velocità: insomma, non avevano nessun effetto ma diventavano un incentivo ad andare forte. Con l’Università milanese individuammo nell’arancione il colore appropriato per indicare una situazione di potenziale pericolo: inconsciamente, quel colore ci porta a concentrarci maggiormente quando guidiamo. Poi, passammo alla fase sperimentale dove notammo che nel breve periodo gli autisti rispettavano all’80% il limite di velocità in prossimità di un Velo Ok, una percentuale che nel lungo periodo è scesa al 66% ma senza picchi particolari come accadeva in passato quando rilevammo una infrazione di un veicolo transitato in centro abitato a 147 chilometri orari. Infine arrivammo all’applicazione dello strumento repressivo inserendo a campione le macchinette autovelox dentro i Velo Ok e anche qui i risultati arrivarono perché su 4-5 mila controlli le infrazioni non superano i 20-25 casi”.

Insomma un successo a tutto tondo e a prezzo contenuto come ricorda ancora Ezio Bassani: “A Serravalle i Velo Ok costarono 11.400 euro oltre l’Iva, con un costo medio per struttura di 250-300 euro. Già che ci siamo sfatiamo altri miti: i Velo Ok non sono pericolosi perché costruiti con lo stesso materiale delle cuspidi dei caselli autostradali e soprattutto sono coperti da copertura assicurativa”.

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