Velo Ok, funzionano o sono solo complementi d’arredo?
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Maurizio Iappini - m.iappini@ilnovese.info  
30 Gennaio 2017
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Velo Ok, funzionano o sono solo complementi d’arredo?

Nel “bestiario” moderno sono un po’ la madre di tutti i modi che lo Stato tentacolare e sanguisuga usa per spremere soldi ai poveri inerti cittadini. Una visione accentuata dai social network ma che come spesso accade nel mondo 2.0 finisce per trasformare un ragionamento in uno slogan, sacrificando alla sintesi la logica. Un esempio paradigmatico sono proprio i famigerati Velo ok

Nel “bestiario” moderno sono un po’ la madre di tutti i modi che lo Stato tentacolare e sanguisuga usa per spremere soldi ai poveri inerti cittadini. Una visione accentuata dai social network ma che come spesso accade nel mondo 2.0 finisce per trasformare un ragionamento in uno slogan, sacrificando alla sintesi la logica. Un esempio paradigmatico sono proprio i famigerati Velo ok

CRONACA –  Nel “bestiario” moderno sono un po’ la madre di tutti i modi che lo Stato tentacolare e sanguisuga usa per spremere soldi ai poveri inerti cittadini. Una visione accentuata dai social network ma che come spesso accade nel mondo 2.0 finisce per trasformare un ragionamento in uno slogan, sacrificando alla sintesi la logica. Un esempio paradigmatico sono proprio i famigerati Velo ok, quelle strutture arancioni che ormai da un paio d’anni fanno parte dei “complementi d’arredo” delle strade urbane ed extraurbane italiane. Su di loro se ne sentono di tutti i colori, quasi racconti mitologici (funzionano se lampeggia la luce gialla sopra la torretta, sono dei Tutor mascherati e via dicendo) che con la realtà però c’entrano poco.

Nonostante le campagne delle diverse Polizie municipali, si continua a pensare che i Velo ok siano mezzi di vessazione degli automobilisti, dimenticandosi che quei deterrenti inventati di recente altro non sono che l’applicazione delle direttive europee in materia di sicurezza stradale. In pratica, Bruxelles ha verificato come le strade italiane e di altri paesi registrino un numero di incidenti stradali superiori alla media e per contenere il numero di morti o feriti ha chiesto all’Italia di rendere sicure le sue strade.

Così, i “cattivi” del Ministero dei Trasporti hanno individuato come deterrente i Velo ok che però non sono degli Autovelox ma molto più semplicemente scatole che possono contenere le macchinette per misurare la velocità dei veicoli permettendo alle forze di polizia di non essere imbrigliata in un formalismo bizantino che sfocia spesso nell’annullamento dei verbali di contestazione.

In pratica, spiegano i Vigili, la torretta arancione preceduta da un cartello di preavviso di misuratore della velocità, permette alle pattuglie di non allestire una postazione di controllo che impiega tempo ed è soggetto a impugnazioni degli atti redatti. Quindi, i Velo ok non misurano automaticamente la velocità ma saltuariamente, quando cioè al loro interno vengono messi gli Autovelox. Per legge i controlli della velocità in questa forma devono essere effettivi, devono cioè svolgersi anche se la cadenza non è indicata da nessuna circolare ma ogni corpo di polizia municipale assolve ai suoi compiti con regolarità. Il punto ove i Velo ok sono sistemanti dipende spesso dai cittadini.

A Novi ad esempio, dal comando dei Vigili Urbani, fanno sapere che le torrette arancioni sono state posizionate in strade dove gli abitanti si lamentavano dell’eccessiva velocità dei veicoli o dove il numero di incidenti gravi era superiore rispetto alla norma. Insomma, per un cortocircuito tipicamente italiano, i cittadini si lamentano col comune dell’eccessiva velocità delle auto sulle strade che loro frequentano, il comune mette i deterrenti necessari a soddisfare alle richieste dei suoi residenti e gli stessi si lamentano per le vessazioni economiche che subiscono dal comune.

Ovvio evidenziare che c’è qualcosa che non quadra e per una volta il Pubblico non ha colpe. Insomma, alla fine i Velo ok sono dei contenitori spesso vuoti ove collocare gli Autovelox, non devono essere omologati ma soprattutto, a giudicare dal grado di rabbia che sanno provocare, assolvono alla loro funzione “mascherata” di deterrente per ridurre la velocità perché quando ne individuiamo uno, automaticamente, per riflesso pavloviano, alziamo il piede dall’acceleratore e imprechiamo contro “il Governo ladro”.

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