“All’ombra del faggio di Goethe”. Una mostra per non dimenticare
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Benedetta Acri - b.acri@ilnovese.info  
31 Gennaio 2017
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“All’ombra del faggio di Goethe”. Una mostra per non dimenticare

In occasione della celebrazione della Giornata della Memoria, l’Anpi sezione Pinan Val Borbera, con il comune di Rocchetta Ligure e il Museo della Resistenza e della vita sociale in Val Borbera di Palazzo Spinola, ha allestito nella sala consiliare la mostra “All’ombra del faggio di Goethe”, un’esposizione di fotografie e documenti per non dimenticare l’orrore di Buchenwald

In occasione della celebrazione della Giornata della Memoria, l’Anpi sezione Pinan Val Borbera, con il comune di Rocchetta Ligure e il Museo della Resistenza e della vita sociale in Val Borbera di Palazzo Spinola, ha allestito nella sala consiliare la mostra “All’ombra del faggio di Goethe”, un’esposizione di fotografie e documenti per non dimenticare l’orrore di Buchenwald

ROCCHETTA LIGURE – In occasione della celebrazione della Giornata della Memoria, l’Anpi sezione Pinan Val Borbera, con il comune di Rocchetta Ligure e il Museo della Resistenza e della vita sociale in Val Borbera di Palazzo Spinola, ha allestito nella sala consiliare la mostra “All’ombra del faggio di Goethe”, un’esposizione di fotografie e documenti per non dimenticare l’orrore di Buchenwald.

Il campo di concentramento di Buchenwald, istituito nel luglio 1937, fu uno dei più grandi campi della Germania nazista. Prende il nome dall’omonima località, a circa otto chilometri da Weimar nella regione della Turingia, nella Germania orientale. Fu costruito su una collina ricoperta di una fitta estensione di alberi di faggio: Buchenwald significa letteralmente “bosco di faggio”.

Tra il 1937 e il 1945 il Kl di Buchenwald divenne uno dei più importanti campi di concentramento e sterminio nonostante i suoi piccoli inizi. Il 16 luglio 1937, infatti, “un commando di circa 300 deportati, provenienti dal disciolto campo di concentramento di Lichtenburg, presso Lipsia, eresse, con attrezzi primitivi ed insufficienti, le prime baracche del campo di Buchenwald, ricavando il legname dalla foresta di Ettersberg, foresta che fu a suo tempo prediletta da Goethe.”. Le SS lasciarono in piedi “L’albero di Goethe” sotto il quale il grande poeta amava scrivere le sue opere, albero ora in stridente contrasto con un luogo diventato sinonimo di morte.

Dopo la sua crescita, furono internati in questo campo un totale di circa 238.980 uomini provenienti da trenta nazioni diverse. Fu tra i lager dove si attuò principalmente lo sterminio tramite il lavoro. Il numero complessivo delle vittime fu di 43.045, secondo alcune fonti, di 56.554 secondo altre, fra le quali 11.000 ebrei.

La mostra sarà visitabile fino a domenica 5 febbraio. Info: 0143 90004; rocchetta.ligure@ruparpiemonte.it.
 

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