Per lo stesso servizio l’ospedale di Casale spende il triplo di quello di Novi?
La giungla d'appalto della sanità locale. La sterilizzazione dei ferri chirurgici alessandrini alla I.P.P. di Vercelli: conti che fanno fatica a tornare.
La ?giungla d'appalto? della sanità locale. La sterilizzazione dei ferri chirurgici alessandrini alla I.P.P. di Vercelli: conti che fanno fatica a tornare.
a operazioni anche banali. I ferri ritornati dalle sale operatorie devono essere sottoposti ad un processo delicato e complesso di sterilizzazione; il rischio altrimenti è che un’operazione tecnicamente riuscita a causa dei ferri non perfettamente sterili, possa provocare l’insorgenza di infezioni i cui esiti possono risultare talvolta anche infausti.
Da qui la vitale importanza di una corretta gestione delle centrali di sterilizzazione.
L’Antefatto: un appalto da 44 milioni di euro e qualche perplessità
Correva l’anno 2007. Tutti gli ospedali della nostra ASL sterilizzano i ferri degli interventi chirurgici internamente con personale e attrezzature proprie. Novi e Casale, in particolare, avevano nuovi centri di sterilizzazione già operativi da tempo. Si spande però la voce che questi servizi saranno dati fuori in appalto. Nonostante malumori e perplessità di dirigenti e sindaci, la gara viene comunque indetta in tempi record. All’epoca fu difficile ottenere dettagli e motivazioni di una simile scelta. Importo a base di gara 43.738.000 in 9 anni. Arriva, pare, una sola offerta con un ribasso “chirurgico” dello 0,06 %. L’appalto viene infatti aggiudicato al valore di 43.712.000 euro. Lo strumentario chirurgico infetto degli ospedali di Casale, Acqui, Tortona, e Ovada prenderà la strada di Vercelli dove sarà sterilizzato nella centrale e poi rispedito negli ospedali
di provenienza. Per qualche motivo che possiamo solo presumere, la centrale di sterilizzazione dell’ospedale di Novi rimarrà esclusa dall’appalto.
Le tre singolarità di un appalto
1) Lo strumentario chirurgico, viene fornito a noleggio all’ASL che non ne ha quindi più la proprietà al contempo, però, i ferri chirurgici di tutti gli ospedali vengono ceduti all’associazione temporanea di imprese vincitrici dell’appalto. I valori dei quali saranno oggetto di perizia
da detrarre dall’importo generale, il valore presunto centinaia di migliaia di euro.
2) L’appalto viene aggiudicato nel dicembre 2007, ma l’azienda vincitrice, inizierà l’attività nel
luglio/agosto del 2008 o forse dopo. Pare che la centrale di sterilizzazione di Vercelli ai tempi dell’aggiudicazione fosse ancora in costruzione.
Non sappiamo se corrisponda al vero.
Le tre aziende associate vincitrici dell’appalto costituiscono una nuova società, la IPP per la gestione della nuova centrale. L’inaugurazione ufficiale della centrale vercellese avviene nel 2010 alla presenza dell’allora Assessore regionale Bairati e del direttore generale dell’ASL
AL Gianpaolo Zanetta.
3) Il nuovo centro di sterilizzazione “privato”, viene però finanziato – in parte – con soldi pubblici: i fondi Regionali per l’innovazione.
L’ASL di Vercelli si ritira.
Gli ospedali di Vercelli, nonostante il conclamato interesse, presa visione di condizioni e termini di assegnazione, non aderiranno mai a questo appalto. Costi, procedure? Non si sa. Restano i
malumori di dirigenti e sindaci in disaccordo, ma tutte le perplessità sui costi dell’appalto
vengono consegnate al dimenticatoio del tempo e non se ne parla più.
Maggio 2016, si riaccendono i riflettori; sterilizzare in appalto costa più caro
Nel 2016, però ad un nostro redattore alessandrino che scrive di sanità balza agli occhi un articolo
del trisettimanale “Sentinella del Canavese” del 10 maggio 2016, dal titolo “Ferri chirurgici sterilizzati in proprio e l’Asl risparmia 700mila euro”. Sintesi dell’articolo: l’ospedale di Chivasso (ASL/To 4) che aveva dato in appalto la sterilizzazione dei ferri chirurgici alla centrale
di Vercelli, (la stessa dove si sterilizzano i ferri della nostra ASL) spendeva 1.200.000 euro. Il
direttore generale Lorenzo Ardissone, revoca l’appalto in scadenza e reinternalizza il servizio con propri operatori ospedalieri spendendo 445.000 euro risparmiando così 755mila euro l’anno. Possibile?
Quelle 13 domande all’Asl-AL
Inoltrando le 13 domande all’ASL – AL che diedero origine a questa inchiesta inserimmo anche il seguente quesito: “è vero che la spesa complessiva (IVA compresa) per sterilizzazione e servizi software nei 9 anni della durata dell’appalto ammonterebbe a circa € 43.000.000?”. “Si.” la risposta pervenuta dall’ASL-AL. Per la precisione 43.712.000 euro.
Sterilizzando internamente l’ospedale Novi spenderebbe 450 mila euro all’anno
Ma quanto costa sterilizzare a Novi? Per circa 8-10 addetti di cui alcuni a part time, più costi di manutenzioni e ricambio ferri, presumibilmente, la spesa annuale starebbe tra i 400 e i 460 mila euro (fonte osservatorio sanita). Cifra credibile: più o meno la stessa che spende
l’ospedale di Chivasso che ha però volumi di interventi chirurgici inferiori (4100) rispetto a quelli dell’ospedale di novi (oltre 4.500).
Le spettanze presunte per servizi di sterilizzazione da corrispondere alla centrale di Vercelli la IPP – come da contratto d’appalto – sarebbero 4.856.000 euro all’anno. Se Valenza è solo un poliambulatorio e l’ospedale di Ovada ha solo una mattina a settimana di sedute chirurgiche, il grosso della spesa annua (4.856.000 €), è da suddividere tra gli ospedali e i distretti di Tortona,
Acqui e Casale. Sta a dire, per difetto, 1.600.000 euro circa a ospedale.
Solo l’ospedale di Casale però è quello più direttamente confrontabile con quello di Novi per numero di interventi chirurgici. Quindi se la spesa per sterilizzare internamente a Novi è approssimativamente 450 mila euro, a Casale quella presunta per lo stesso servizio
appaltato, sarebbe di 1.600.000. Vale a dire 1 milione 150 mila euro in più ogni anno per
nove anni. Più del triplo rispetto a Novi. Pensiamo però che nell’ultimo anno con la chiusura di interi reparti ad Acqui e Tortona trasferiti a Novi, complessivamente il conto da pagare a Vercelli dovrebbe essersi ragionevolmente ridotto, rimanendo comunque decisamente ingente. Restiamo però a disposizione per pubblicare tutti i chiarimenti e precisazioni che l’ASL vorrà inviarci. E non nascondiamo la speranza di esserci sbagliati.
L’ASL – AL potrebbe risparmiare sino a 28 milioni di euro
È tuttavia presumibile che se i costi di sterilizzazione della centrale di Novi (450 mila euro) fossero ribaltati sui presidi ospedalieri di Casale, Tortona e Acqui includendo ambulatori e presidi territoriali, in nove anni si spenderebbero sui 16 milioni di euro contro i 44 milioni appaltati.
Un risparmio sino a 28 milioni di euro che corrispondono alla spesa degli stipendi di nove anni
per l’assunzione di 80 infermieri o 40 medici oppure una trentina di nuovi posti letto. In un colpo solo si risolverebbero gran parte se non tutti i drammatici problemi dei pronto soccorso della provincia, si potrebbe finanziare il potenziamento della centrale di Novi e quantomeno il ripristino e la re-internalizzazione del servizio di sterilizzazione a Casale. Da soli, i due centri, potrebbero, realisticamente, sterilizzare lo strumentario chirurgico di tutti i distretti e gli ospedali dell’Asl – Al per i prossimi nove anni.
L’appalto si rifarà
Rimangono sempre gli stessi interrogativi: perché eliminare i caposala di day surgery, sterilizzazione o il coordinamento alla formazione di Novi riducendone l’efficienza per risparmiare qualche migliaio di euro sul personale oberandolo di lavoro a rischio di pregiudicare la qualità
dei servizi erogati, quando ci sarebbero da fare risparmi milionari?
Eppure questi servizi avevano dimostrato gestioni efficienti ed economiche.
In attesa di risposte, dall’Asl ci comunicano che sarebbe intenzione rifare l’appalto di sterilizzazione.
Sia ben chiaro non è intenzione demonizzare a priori la sanità privata che concorre – legittimamente – agli appalti indetti dal servizio sanitario nazionale. Quello che riesce difficile comprendere è però che a macinare utili miliardari siano sempre i privati mentre, alla sanità pubblica pagata dai comuni cittadini, tocca sempre e solo ripianare perdite. E in un sol colpo demotivare i dipendenti.
I capponi di Renzo
Di sicuro chi si ritrova in eredità questo appalto, il nuovo direttore generale Gilberto Gentili, ma soprattutto i sindaci che hanno funzioni di controllo e indirizzo, avrebbero materia e moneta sonante (28 milioni) su cui discutere invece di accapigliarsi come i capponi di Renzo su battaglie campanilistiche di retroguardia.