Viaggio nella Novi solidale: il Centro Aiuto alla Vita
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Andrea Vignoli  
26 Febbraio 2017
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Viaggio nella Novi solidale: il Centro Aiuto alla Vita

Solidarietà è una parole importante. Una parola che usiamo spesso, a volte magari a sproposito. Ma è quando questa parola diventa azione, che dà il meglio di sé. La vera solidarietà la riconosci perché non ha bisogno di pubblicità, di riflettori, non ha più bisogno di parole ma di azioni semplici. Un bell'esempio a Novi è costituito dal Centro Aiuto alla Vita

Solidarietà è una parole importante. Una parola che usiamo spesso, a volte magari a sproposito. Ma è quando questa parola diventa azione, che dà il meglio di sé. La vera solidarietà la riconosci perché non ha bisogno di pubblicità, di riflettori, non ha più bisogno di parole ma di azioni semplici. Un bell'esempio a Novi è costituito dal Centro Aiuto alla Vita

NOVI LIGURE – Solidarietà è una parole importante. Una parola che usiamo spesso, a volte magari a sproposito. Ma è quando questa parola diventa azione, che dà il meglio di sé. La vera solidarietà la riconosci perché non ha bisogno di pubblicità, di riflettori, non ha più bisogno di parole ma di azioni semplici.

Un bell’esempio a Novi è costituito dal Centro Aiuto alla Vita, ospitato in due stanzette presso la caserma Giorgi, vicino al Banco Alimentare.
Un centro che porta aventi una azione fondamentale di solidarietà ma che a Novi pochi conoscono, perché non c’è bisogno di promozione, ma solo di lavoro disinteressato.

Il centro è nato nel 1990 presso il quartiere Pieve, da un’idea del parroco di allora, Don Valentino Culacciati, per dare alle ragazze madri un aiuto concreto, materiale e morale. Sullo sfondo, l’obiettivo di far sì che l’aborto non diventi per loro una scelta obbligata.

Dalla Pieve il centro si è trasferito poi in via Pietro Isola, e infine nei locali di proprietà del demanio presso la Caserma Giorgi. La presidente del Centro aiuto alla vita è Maria Giuseppina Piccardi: l’età delle signore non si dice, ma vi garantiamo che quanto a vitalità è una 20enne.

Ogni mercoledì e venerdì si aprono le porte del centro per un lavoro che potrebbe essere preso a paradigma di cosa significhi solidarietà: giovani madri in difficoltà economiche vi si recano per ricevere vestitini per i loro piccoli, latte, pannolini, generi alimentari.
“Sono circa 200 le famiglie che seguiamo quest’anno”, ci dice la presidente, ma qui la chiamano tutti Mariuccia.
Ogni anno le persone che si rivolgono a noi aumentano e questo non è un buon segnale. La grande maggioranza sono donne straniere, che spesso hanno parecchi bambini a cui badare. Diamo vestitini, scarpe, se l’abbiamo una carrozzina se serve, indumenti vari per i bambini”.

Al mercoledì pomeriggio spesso c’è la coda, ed allora una volontaria esce è da il numero, in modi da gestire l’attesa senza scontentare nessuno. Oltre ai vestiti, c’è il latte in polvere, gli omogeneizzati, la pastina, ma anche qualche genere di conforto per le madri, ad esempio il caffè.
“Noi ci rivolgiamo alle madri con figli piccoli, minori dei 2 anni, per statuto. Arrivano da noi grazie alle segnalazioni delle parrocchie, del comune, degli assistenti sociali. Non c’è bisogno di pubblicizzare la nostra attività, chi ha bisogno arriva”.

Sono circa 15 le volontarie che si occupano della gestione dell’attività
: dalla distribuzione di cibo e indumenti, alla gestione del magazzino, al suo rifornimento, alla organizzazione di attività di raccolta fondi. Perché servono anche soldi per far funzionare tutto. Ci si deve occupare anche delle “iscrizioni”: per ricevere occorre presentare lo stato di famiglia e la dichiarazione Isee che attesti lo stato economico.
“La curia vescovile ci dà un contributo economico, e anche alcuni che magari non possono offrire il loro tempo, ci fanno delle donazioni. Tutti gli anni organizziamo presso le parrocchie, una raccolta fondi con le primule: chi fa un’offerta, riceve un vasetto di fiori a ricordo del bel gesto”.

Il venerdì pomeriggio il centro è aperto anche per chi vuole portare qualcosa: se avete dei vestitini che ai vostri piccoli non vanno più bene – ma che sono ancora in buono stato – potete portarli alle “ragazze” del centro che provvederanno a distribuirli.

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