La “lady di ferro” novese, ma era il Medioevo
Il Medioevo è una realtà multiforme, lontana anni luce dallo stereotipo dei secoli bui: questo vale anche per la condizione femminile. Grazie ad Italo Cammarata e al suo Terre di Mezzo (Edizioni Oltrepo Voghera, 2006), possiamo intervistare Bartolomea Grimaldi, novese adottiva, donna pienamente parte della storia politica del suo tempo
Il Medioevo è una realtà multiforme, lontana anni luce dallo stereotipo dei ?secoli bui?: questo vale anche per la condizione femminile. Grazie ad Italo Cammarata e al suo Terre di Mezzo (Edizioni Oltrepo? ? Voghera, 2006), possiamo intervistare Bartolomea Grimaldi, novese adottiva, donna pienamente parte della storia politica del suo tempo
Il Medioevo è una realtà multiforme, lontana anni luce dallo stereotipo dei “secoli bui”: questo vale anche per la condizione femminile. Grazie ad Italo Cammarata e al suo Terre di Mezzo (Edizioni Oltrepo’ – Voghera, 2006), possiamo intervistare Bartolomea Grimaldi, novese adottiva, donna pienamente parte della storia politica del suo tempo.
Voi, una Grimaldi di Monaco, a Novi: qual buon vento vi ha portato qui?
Non certo quello della cronaca rosa. Novi, all’epoca dominio milanese, fu concessa a Pietro Fregoso, mio marito, da Filippo Maria Visconti che, desideroso di rientrare in possesso di Genova, appoggiava gli esuli genovesi desiderosi di rientrare, armi in pugno, in possesso della città e delle proprietà confiscate. Alla morte del Visconti nel 1447, Pietro fece entrare nell’orbita genovese Novi e Gavi, per mettere in sicurezza i confini: ciò gli valse, tre anni dopo, l’elezione a Doge.
Un mandato tranquillo?
Macché! Meno di due anni dopo Nicolò Fregoso, cugino di Pietro e capo delle milizie genovesi, progettò di tradirci, ma fu scoperto e ucciso…
Sì, l’attiraste in un tranello, a Palazzo Ducale, con l’aiuto di Spinetta Fregoso, fratello di Nicolò. Un delitto che fece scalpore.
Delitto, dite voi? Ma avete presente la fine che Lorenzo il Magnifico fece fare ai membri della famiglia Pazzi, che uccisero suo fratello Giuliano e per poco non fecero lo steso con lui? Ma, si sa, i Medici hanno avuto sempre buona pubblicità grazie alla sponsorizzazione di opere d’arte. Ad ogni modo, nel 1459, tentando di recuperare il dogato perso un anno prima a causa dell’intervento francese, anche Pietro fu ucciso, lasciandomi sola con sei figli.
Una povera vedova?
Vedova sì, ma povera no. Pietro mi aveva lasciato ottimi rapporti con gli Sforza, signori di Milano, e il feudo di Novi nel quale trovai rifugio con i miei figli e i miei cognati Pandolfo e Paolo, quest’ultimo arcivescovo di Genova, in attesa della riscossa.
Quando accadde?
Tre anni dopo la morte di Pietro. Messi al sicuro tutti i miei figli, in particolare i più piccoli (Battistino a Milano, Oriana a Monaco presso la mia famiglia di origine), attaccammo il Palazzo Ducale per deporre Ludovico Fregoso, che aveva spodestato Spinetta a sua volta eletto Doge nel 1461 dopo la caduta di prospero Adorno a sua volta diventato Doge a seguito della cacciata dei Francesi dalla città.
L’ambasciatore del Duca di Mantova scrisse di voi, in questa occasione: “Domina Bartholomea, havendo con sé 200 huomini, con uno targone [uno scudo] in braccio, giunse suso la piazza del Palazzo”. E un altro aggiunse: “Donna Bartolomea non si è diportata come donna ma come valoroso Capitano”.
Quello che chi vien da fuori non comprende è che, a Genova, fin dalle Consuetudini del 1056, alle donne sono riconosciuti diritti che le altre manco si immaginano, tanto da far dire a San Bernardino da Siena che, se il diavolo fosse davvero brutto e deforme come lo si immagina, si sarebbe potuto fare come le donne genovesi che, se vedono un promesso sposo che non piace loro, si rifiutano di sposarlo. Ma questa condizione, che oggi voi definireste emancipata, è stato il frutto di sacrifici ed assunzione di responsabilità e doveri: mentre i nostri uomini, nel corso dei secoli, hanno partecipato alle Crociate, fatto conquiste e commerci per terra e per mare, chi credete che abbia tenuto in piedi la casa, le botteghe, e tirato su i figli? I diritti si conquistano, perché nessuno li regala, mai.