Gli interrogativi sul futuro del teatro Marenco
I lavori termineranno nel 2018 ma non è mai troppo presto per parlare del futuro del teatro Marenco di Novi. Chi si occuperà della sua gestione, chi avrà lonere e lonore di rendere una perla architettonica l'ideale palcoscenico di attori e cantanti ma soprattutto, a chi spetterà "fare di conto"?
I lavori termineranno nel 2018 ma non è mai troppo presto per parlare del futuro del teatro Marenco di Novi. Chi si occuperà della sua gestione, chi avrà l?onere e l?onore di rendere una perla architettonica l'ideale palcoscenico di attori e cantanti ma soprattutto, a chi spetterà "fare di conto"?
Interrogativi non facili perché l’arte esige soldi: che poi li si chiami investimenti, cultura o in qualsivoglia altra maniera, resta il fatto che il tanto atteso teatro sarà un importante banco di prova per la città. “E’ prematuro affrontare certi ragionamenti – spiega il sindaco Rocchino Muliere, colui al quale il destino riserverà il piacere di inaugurare la struttura – e prima ci sono completare i lavori. Come ogni edificio in cui si interviene dopo anni di disuso, è normale incappare in qualche inconveniente che ha portato a un rallentamento direi “fisiologico” della conclusione dei lavori. Siamo però a buon punto”.
Se la parte edilizia-architettonica è ormai agli sgoccioli, la parte artistica direttoriale del rinato teatro rimane ancora in sospeso. Sul punto però il sindaco di Novi ha qualche punto fermo: “Certamente il Marenco sarà inserito nel circuito dei teatri regionali e nella sua rete. Su chi gestirà l’impianto credo che il passaggio naturale sarà un confronto fra l’amministrazione comunale e la Fondazione. In questo progetto i due soggetti hanno lavorato in armonia e per è naturale decide “Che fare?” insieme a chi ha permesso la rinascita del nostro piccolo grande gioiellino. Mi sento però di escludere la nomina di un direttore di Teatro”.
Insomma, par di capire che non si abbia un’idea precisa sul modo di gestire la nuova struttura anche se Muliere è chiaro: “Siamo aperti a tutte le idee e i suggerimenti che arriveranno”.
Da profani, appare cruciale in questi mesi in cui il Marenco è ancora fisicamente e metaforicamente avvolti nelle impalcature e nei cartelli “Lavori in corso” non perdere tempo, riunendo attorno al tavolo le migliori risorse della città (artistiche in primis, economiche e intellettuali) per ascoltare l’opinione e la voce di tutti. Soprattutto il dialogo sulla gestione e sulla linea che dovrà seguire il Marenco non deve escludere nessuno, in primis le menti giovani (e sono tante) che anche fuori Novi sanno farsi valere in ogni campo artistico perché sarebbe paradossale il giorno dopo l’inaugurazione della struttura guardarne la facciata e domandarsi: “E ora cos’an’femo?” (per i profani del dialetto: e ora cosa ne facciamo).