Basaluzzo: “Il teatro è importante per una comunità”
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Marzia Persi - m.persi@ilnovese.info  
1 Maggio 2017
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Basaluzzo: “Il teatro è importante per una comunità”

Attore ormai affermato che lavora sia per il cinema che per il teatro, come aveva deciso da bambino quando vide sul palco, mentre frequentava le elementari, per la consueta recita scolastica i suoi compagni, Alberto Basaluzzo, 43 anni, è un novese doc

Attore ormai affermato che lavora sia per il cinema che per il teatro, come aveva deciso da bambino quando vide sul palco, mentre frequentava le elementari, per la consueta recita scolastica i suoi compagni, Alberto Basaluzzo, 43 anni, è un novese doc

NOVI LIGURE – E’ un attore ormai affermato che lavora sia per il cinema che per il teatro, come aveva deciso da bambino quando vide sul palco, mentre frequentava le elementari, per la consueta recita scolastica i suoi compagni. Ma se non avesse intrapreso questa carriera, aveva un altro asso nella manica: diventare cuoco. Alberto Basaluzzo, 43 anni, novese doc, non è assolutamente pentito della scelta fatta “sicuramente il periodo non è dei migliori per intraprendere un lavoro nel mondo della cultura perché è un settore poco considerato. Forse in un altro momento, in un’altra epoca sarebbe stato più gratificante, rifarei, comunque, la stessa scelta, quello dell’attore è una professione che mi dà forti emozioni e occasioni di conoscere luoghi e persone che altrimenti non avrei mai incontrato”.

Abbiamo avuto la possibilità di avvicinare Alberto Basaluzzo che vive stabilmente nella capitale, perché era in città per lo spettacolo “I promessi sposi” (testo adattato dallo stesso Basaluzzo) , promosso dal Lions Club di Novi e Borghetto Borbera insieme al gruppo alpini, il cui ricavato è stato devoluto all’Aias (associazione italiana assistenza spastici).

Recentemente tutti hanno potuto vedere Basaluzzo recitare accanto ad Elena Sofia Ricci nella fiction in onda su Rai 1 “Che Dio ci aiuti”, prossimamente, in autunno, tornerà in Tv su Mediaset con Raul Bova in un mini film per la saga “Ultimo”.
“Per questo lavoro sono stato un mese in Messico- racconta Basaluzzo- e’ stata un’esperienza molto bella che non avrei mai potuto vivere se non facessi l’attore”.

Avendo l’occasione di fare quattro chiacchiere con Alberto , gli abbiamo parlato dell’iniziativa della Fondazione “Marenco” riguardo alla campagna di sensibilizzazione “Adotta una poltrona” per reperire fondi fra i novesi per gli arredi dell’antico teatro. “Mi pare una buona iniziativa che, per altro, è già stata collaudata altrove. Penso che il teatro- continua Basaluzzo- per una comunità sia importante, una sorta di diritto- dovere, specialmente oggi che le persone sono sempre più social ma sempre più chiuse ed isolate in se stesse. Il teatro è un luogo di aggregazione che stimola alla riflessione sui problemi di oggi”.

Una volta recuperato integralmente , il Marenco dovrà essere “riempito” di contenuti, quali i consigli che ritieni di fornire alla Fondazione affinchè il teatro viva davvero? “Bisogna che si scelga – prosegue Basaluzzo- una persona competente che conosca i contenuti affinché, fin da subito, sia dia una impronta alla stagione che si farà. Il teatro non dovrà essere una semplice sala da affittare, assecondando il pubblico. Saranno, poi, a mio avviso, anche fondamentali le collaborazioni esterne che potranno portare, sicuramente, stimoli nuovi”.

Nei giorni scorsi si è ricordato Totò a cinquant’anni dalla sua scomparsa, Totò è stata una icona del cinema italiano, oggi quale è lo stato di salute del nostro cinema? “Sicuramente non è nel momento migliore, sta cercando, però, una rinascita, si scorgono segnali di rinnovamento ma purtroppo, il nostro cinema è penalizzato dalla produzione e dalla distribuzione. Purtroppo si girano pochi film di spessore che raggiungono le sale. Si cerca di fare cassetta, vivendo così un po’ alla giornata”.

Ultimamente sta riscuotendo consensi l’editoria noir, anche in Tv sono tante le serie “gialle” che continuano ad uscire e ad essere proposte al grande pubblico. Lo scrittore Flavio Santi, intervistato dal nostro settimanale qualche settimana fa in occasione dell’uscita del suo romanzo “L’estate tarda ad arrivare”, ha dichiarato che “il giallo è l’epica moderna”, questa definizione funziona anche per le fiction? Perché, secondo te, questo genere sta ottenendo successo? “Direi che questo genere segue la moda. In generale ciò che è legato al genere noir ha codici ben riconoscibili e questo, certamente, è accattivante per il pubblico. Io sono un sostenitore del cinema di genere. La buona scrittura è il presupposto essenziale per fare un buon prodotto. In Italia come all’estero si trovano ottimi scrittori di gialli e noir , e ciò aiuta il genere a farsi largo”.

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