Il Forte di Gavi, a progettarlo fu un frate ingegnere
Dopo aver ricacciato i Francesi nellestate del 1625, i Genovesi capirono che occorreva rendere imprendibile la città e tutto il Dominio; per questo chiamarono a Genova, e a Gavi, uno dei più esperti tra gli architetti militari del tempo: il frate domenicano padre Vincenzo da Fiorenzuola
Dopo aver ricacciato i Francesi nell?estate del 1625, i Genovesi capirono che occorreva rendere imprendibile la città e tutto il Dominio; per questo chiamarono a Genova, e a Gavi, uno dei più esperti tra gli architetti militari del tempo: il frate domenicano padre Vincenzo da Fiorenzuola
Voi, un frate, ad occuparvi di fortezze?
Certo, e non solo: mi interesso anche di matematica e di quelle nuove scienze che, in questi anni, stanno conoscendo un grande sviluppo. Del resto, anche il famoso Galileo Galilei, docente a Padova, si occupò anche lui di progettare fortezze, per la Repubblica di Venezia.
Perché trasformare in moderna fortezza proprio il Castello medievale di Gavi, distrutto dai Francesi?
In realtà il mio interlocutore genovese, Bernabò Giustiniani, mi propose di valutare Voltaggio come alternativa: ho insistito io sulla scelta di Gavi perché, essendo all’incrocio di numerose vie, può essere soccorsa più facilmente, può bloccare il passaggio sia verso Voltaggio sia verso Arquata e Busalla. In questo modo, sia la Vallemme che la Valle Scriva, le due principali vie di accesso a Genova da nord, sarebbero state controllate.
In quali parti dell’edificio siete intervenuto?
Ho fatto abbassare le mura del vecchio castello, allargando il lato verso il bastione di San Gottardo (quello verso la strada Lomellina) e verso quello di Montemoro, sfruttando il più possibile la roccia invece di costruire muri. Ho fatto infine tagliare la collina collocando un poco più in basso, verso l’abitato di Gavi, una seconda fortezza, costruita ex-novo, realizzata quasi del tutto con le pietre recuperate dallo scavo della collina.
La capienza?
Tra ottocento e novecento uomini: ma il disegno delle mura, seguendo il più possibile la forma della collina, permetterà di difenderla solo con centocinquanta soldati in caso d’assedio, e di presidiarla con sessanta in tempo di pace.
I rapporti con i Genovesi?
Non sempre facili, specie con Bartolomeo Bianco, con il quale ho avuto più di una discussione: non solo per Gavi, ma anche riguardo al tracciato e alla costruzione delle mura di Genova. Ma mica ho lavorato solo qui: a Roma, dove mi sono interessato alle fortificazioni di Castel S.Angelo e alle mura del Gianicolo, a Malta (dove c’è ancora il “Forte Fiorenzuola”)…
Ma voi, l’inquisitore, proprio non l’avete fatto?
Processi ne ho fatti eccome; solo uno, però, rimase nella storia: forse perché si trattava di quello a Galileo Galilei?