“Meno riposo, più pericolo”: camionisti in sciopero davanti all’Ilva
Prosegue dalla notte davanti allo stabilimento Ilva di Novi Ligure il presidio dei camionisti aderenti a Cgil, Cisl e Uil. Gli autotrasportatori sono scesi in sciopero per protestare contro la proposta di modifica al regolamento europeo sui controlli stradali, che ridurrebbe il tempo di riposo dei conducenti
Prosegue dalla notte davanti allo stabilimento Ilva di Novi Ligure il presidio dei camionisti aderenti a Cgil, Cisl e Uil. Gli autotrasportatori sono scesi in sciopero per protestare contro la proposta di modifica al regolamento europeo sui controlli stradali, che ridurrebbe il tempo di riposo dei conducenti
«Se la modifica venisse approvata – spiega Federico Gandini della Uil-Trasporti di Genova – camionisti e autisti di autobus dovrebbero usufruire del cosiddetto riposo ridotto per 2 o 3 settimane consecutive, e avrebbero diritto al riposo lungo una sola volta al mese».
«Ci sarebbero gravi cambiamenti sulle modalità di organizzazione del lavoro – aggiunge Giuseppe Frangella della Filt-Cgil di Alessandria – Ma soprattutto si avrebbe un impatto nettamente negativo sul riposo degli autisti, sul loro equilibrio tra vita lavorativa e vita privata, nonché sulla sicurezza stradale».
Secondo i sindacalisti, se tale modifica venisse approvata da Bruxelles, nel lungo periodo verrebbero danneggiati non solo i lavoratori, ma anche l’intero settore dell’autotrasporto italiano: «Verrebbero a crearsi ulteriori distorsioni, incoraggiando le aziende a utilizzare forza lavoro a basso reddito e a spostare nei Paesi dell’Est le proprie sedi».
Il presidio davanti all’Ilva sarà smantellato questa mattina. Finora comunque non si sono verificati problemi al traffico: i camion in transito di fronte allo stabilimento vengono fermati per consegnare agli autisti un volantino che spiega le ragioni dello sciopero e poi lasciati proseguire. Più tardi i rappresentanti dei lavoratori si sposteranno ad Alessandria per chiedere di incontrare il prefetto. «Quella di oggi è stata una manifestazione simbolica, siamo pronti a bloccare le strade se non saremo ascoltati – concludono i sindacalisti – Serve una mobilitazione generale per difendere il lavoro».