Selmi: “Rifiuti, il porta a porta spinto funzionerà se faremo squadra”
Continuiamo a parlare di raccolta rifiuti. Da tempo si parla di porta a porta spinto, di tariffa puntuale, e molti cittadini chiedono come sarà. Abbiamo incontrato Paolo Selmi, amministratore delegato di Gestione Ambiente, la società di raccolta rifiuti che si dovrà occupare del nuovo sistema nella zona novese e tortonese
Continuiamo a parlare di raccolta rifiuti. Da tempo si parla di porta a porta spinto, di tariffa puntuale, e molti cittadini chiedono come sarà. Abbiamo incontrato Paolo Selmi, amministratore delegato di Gestione Ambiente, la società di raccolta rifiuti che si dovrà occupare del nuovo sistema nella zona novese e tortonese
«Il primo obiettivo che oggi si pone per Gestione Ambiente – ci ha detto Selmi – è la messa in opera del nuovo sistema di raccolta porta a porta, ottimizzando il servizio e minimizzandone l’impatto.»
Ma era proprio necessario cambiare sistema? «Dal sistema attuale misto, in parte porta a porta e in parte stradale, che è ormai in opera da più di 10 anni, si può dire che ha dato tutto ciò che poteva dare. Con questo sistema è molto difficile superare il 50% di differenziata, è quindi necessario un salto di qualità per raggiungere l’obiettivo minimo del 65% posto dalle normative vigenti.»
Il modello preso a riferimento dal Consorzio dei Comuni (CSR) è il cosiddetto modello “Contarina”, applicato dalla omonima società a Treviso e nel trevigiano,, che è in funzione da molti anni ed ha fornito nel proprio ambito risultati di assoluta eccellenza con oltre l’85% di differenziato. Ma è un sistema replicabile qui da noi? «Il problema è quello di applicare un modello valido, ma nato e sviluppato in un territorio, in un’altra realtà quale la nostra: basti pensare che nel trevigiano un’unica società serve circa 50 comuni e 550.000 abitanti, nel nostro caso i comuni sono 116, gli abitanti poco più di 200.000, le società sono quattro.»
Questa frammentazione di società è stata più volte messa in discussione. «Certo. Questo ci impedirà di ottenere quelle efficienze indispensabili per ridurre le tariffe e avere più centri decisionali renderà i processi problematici. Ancora una volta si dimostra l’incapacità tipica del nostro paese di “fare squadra”.»
In ogni caso Gestione Ambiente si sta impegnando per la realizzazione del progetto, realizzazione che richiede anche sviluppi tecnologici importanti, in particolare nel campo informatico. Ma il problema però più rilevante, a nostro giudizio, è il cambiamento di mentalità e di comportamenti che sarà richiesto ai nostri concittadini. «Si sta avviando una campagna di comunicazione che utilizza messaggi su tutto il territorio e personalizzati in base all’evoluzione del nuovo sistema di raccolta, focalizzata sulla necessità di promuovere la sensibilizzazione dei cittadini sul valore e l’importanza della raccolta differenziata sia da un punto di vista del valore ambientale che dei costi per la comunità. Siamo quindi di fronte, in definitiva, ad un problema non tecnico: l’iniziativa avrà successo solo se tra cittadini, pubbliche amministrazioni e azienda si instaurerà un “circolo virtuoso” in cui tutti tendono a un obiettivo condiviso.»
Così scenderanno le tariffe? «Va innanzitutto chiarito un aspetto: la tariffa, che deve almeno coprire i costi del sistema, viene decisa dai comuni e dal consorzio che li rappresenta; le aziende applicano le regole stabilite dalla politica e, molto probabilmente, già a partire dal prossimo anno, riscuoteranno direttamente le tariffe da cittadini e imprese così come già avviene per il gas e per l’acqua.»
Si fa un gran parlare della “tariffa puntuale”, vista talvolta come soluzione e altre volte come minaccia. «Il concetto è di per sé corretto, ciascuno paga per quanto butta via e chi differenzia di più pagherà di meno: nel complesso si tratta quindi di un sistema, almeno teoricamente, più equo rispetto all’attuale. Il problema non ideologico ma pratico: come passare dall’attuale sistema tariffario, dove ciascuno dei 116 comuni dell’ambito applica i propri criteri specifici, ad un nuovo sistema comune, con un criterio base uguale per tutti e con una logica di ripartizione dei costi tra cittadini e imprese comune a tutto il territorio.
Avete fatto qualche previsione? «Su questo si aggiunge un altro problema: non essendo oggi disponibili tutti i dati necessari perché non rilevati dal vecchio sistema, tutte le simulazioni che si possono fare – e Gestione Ambiente ne ha già fatte in sede di prova – richiedono ipotesi tali da generare risultati difformi e non affidabili.»
Il porta a porta spinto è un sistema più costoso dell’attuale. Alla fine i cittadini risparmieranno? «L’aumento di costi della raccolta può essere compensato dagli utili derivanti da un miglior riciclo dei materiali, ma questo è un obiettivo del sistema “a regime”. Da parte nostra stiamo cercando tutte le possibili efficienze per evitare o minimizzare l’impatto sulle tariffe.»
La realizzazione del progetto comporterà un notevole impegno economico: si tratta di investire dai 15 ai 18 milioni di euro. «Gestione Ambiente farà di tutto per essere all’altezza del compito. Dovremo garantire per i Comuni lo spazzamento strade e la rimozione rifiuti abbandonati. Per i cittadini, oltre al servizio di porta a porta, la raccolta ingombranti, che Gestione Ambiente intende mantenere gratuita, e la raccolta del verde. Per questo ultimo punto l’indirizzo è per un servizio a pagamento, ancorchè modesto.»