Farmacia Comunale, il Consiglio di Stato respinge il ricorso di Valletta
Il Consiglio di Stato ha rigettato il ricorso presentato da Giannandrea Valletta per sospendere la vendita della farmacia Comunale di via Verdi, a Novi Ligure. Da settembre a gestire l'esercizio sono i farmacisti Francesca Ravera e Gianluca Ludovici
Il Consiglio di Stato ha rigettato il ricorso presentato da Giannandrea Valletta per sospendere la vendita della farmacia Comunale di via Verdi, a Novi Ligure. Da settembre a gestire l'esercizio sono i farmacisti Francesca Ravera e Gianluca Ludovici
Anche se quella del Consiglio di Stato è una decisione che non entra nel merito della causa, sembra più vicina la fine della vicenda giudiziaria che da qualche mese vede opposta la farmacia Valletta da una parte e il Comune di Novi e i nuovi proprietari della farmacia Comunale dall’altra.
Ad aprile di quest’anno, il Comune aveva deciso di mettere in vendita la farmacia di via Verdi. La base d’asta era stata fissata a poco più di 1,2 milioni di euro. Alla gara erano state presentate due offerte: una di Giannandrea Valletta (1,3 milioni circa) e l’altra da parte della società Farmacia Pieve, formata da Francesca Ravera e Gianluca Ludovici (1,5 milioni circa).
Ad aggiudicarsi la gara erano stati ovviamente Ravera e Ludovici. Contestando la procedura di aggiudicazione, Valletta ha presentato un ricorso al Tar del Piemonte e un’istanza di sospensiva dell’aggiudicazione. Il tribunale amministrativo lo scorso 28 luglio ha respinto la richiesta di sospensiva e quindi il Comune di Novi ha firmato di fronte al notaio l’atto di vendita a Francesca Ravera e Gianluca Ludovici, che sono al lavoro in via Verdi dal 1° settembre scorso: l’esercizio ora si chiama Farmacia Pieve.
Gli avvocati di Valletta non si sono arresti e hanno presentato al Consiglio di Stato una richiesta di riesame del provvedimento del Tar. Richiesta che ieri i magistrati d’appello hanno respinto, perché evidentemente non hanno ravvisato quello che i giuristi chiamano “fumus boni iuris”, cioè i presupposti sufficienti per sospendere l’atto amministrativo. La vicenda in teoria non è ancora conclusa: manca ancora la discussione del ricorso principale davanti ai giudici di Torino, ma ora l’amministrazione comunale, Ravera e Ludovici possono ragionevolmente tirare un sospiro di sollievo.