L’eretico Francesco
La grande agitazione, che domenica e lunedì ha riempito le pagine dei quotidiani e dei siti, viene tutta da ristrette frange di conservatori che in sostanza non approvano le aperture del papa
La grande agitazione, che domenica e lunedì ha riempito le pagine dei quotidiani e dei siti, viene tutta da ristrette frange di conservatori che in sostanza non approvano le aperture del papa
I primi a dare l’allarme e a rivolgersi al papa con toni di grande preoccupazione erano stati quattro anziani cardinali (Brandmüller, Burke, Caffarra, Meisner), indirizzandogli e rendendo poi pubbliche, cinque domande (in latino “dubia”) perché chiarisse se l’insegnamento precedente della chiesa era ancora valido oppure no. La questione specifica qui riguarda soprattutto la possibilità che la “Amoris letitia” darebbe ai divorziati risposati di accedere ai sacramenti e quindi anche alla comunione. “Abbiamo constatato, scrivevano i quattro cardinali, un grave smarrimento di molti fedeli e una grande confusione, in merito a questioni assai importanti per la vita della Chiesa”, chiedendo poi direttamente al papa se “sia divenuto ora divenuto possibile concedere l’assoluzione nel sacramento della Penitenza e quindi ammettere alla Santa Eucaristia una persona che, essendo legata da vincolo matrimoniale valido, convive ‘more uxorio’ con un’altra”.
La novità di questi giorni è proprio l’accusa di eresia (i quattro cardinali non erano arrivati a tanto) mossa al papa da una sessantina di personalità di tutto il mondo, tra laici e religiosi e formulata in questi termini: “Siamo costretti a rivolgerle una correzione a causa della propagazione di alcune eresie sviluppatesi per mezzo dell’esortazione apostolica ‘Amoris laetitia’ e mediante altre parole, atti e omissioni di Vostra Santità”. Le eresie denunciate sarebbero addirittura sette, tutte contenute, a giudizio dei firmatari, nel capitolo ottavo della lettera citata.
Da qui sarebbe nata la scelta di denunciare pubblicamente questo stato di cose, ma anche di rivolgere a Francesco la richiesta di correggere pubblicamente gli errori da lui “sostenuti e propagati, causando grande e imminente pericolo per le anime”. Tutto questo fa un po’ sorridere, specialmente per un documento come la “Amoris letitia” che semplicemente chiede il discernimento delle singole situazioni matrimoniali (e post-matrimoniali), diverse le une dalle altre e non generalizzabili in una legge canonica uguale per tutti.
La questione è complessa (e certamente non risolvibile da noi qui!) ma stupisce come il nuovo stile di apertura inaugurato da papa Francesco, quello di una chiesa “in uscita verso le periferie, anche esistenziali” e il suo nuovo linguaggio, non dogmatico o giuridico ma pastorale, attirino le ire e provochino indignazione proprio in diversi gruppi cattolici, anche autorevoli.