The Critical Failure, un gruppo locale che guarda oltre confine
Il nostro territorio si riconferma fucina di talenti della musica e lo fa con un gruppo di artisti già nella scena da molti anni, oggi insieme per una nuova avventura musicale. Si tratta dei The Critical Failure, band formata da Daniele Focante, Francesco Salvadeo, Lorenzo Marcenaro, Simone Morandotti e Sergio Ponti
Il nostro territorio si riconferma fucina di talenti della musica e lo fa con un gruppo di artisti già nella scena da molti anni, oggi insieme per una nuova avventura musicale. Si tratta dei The Critical Failure, band formata da Daniele Focante, Francesco Salvadeo, Lorenzo Marcenaro, Simone Morandotti e Sergio Ponti
Si tratta dei The Critical Failure, band formata da Daniele Focante (voce), Francesco Salvadeo (chitarra), Lorenzo Marcenaro (tastiera), Simone Morandotti (basso) e Sergio Ponti (batteria).
Ci parla del progetto musicale Francesco che, insieme a Daniele e Lorenzo, arriva dalla precedente esperienza dei LoreweaveR, gruppo metal-prog sciolto nel 2015 che, oltre per l’ottima musica, si è fatto notare per la partecipazione ad alcuni importanti festival nel Regno Unito.
Come è nato il gruppo e quali sono i vostri obiettivi? «Il gruppo nasce da me, Daniele e Lorenzo nel 2015. Dopo aver sciolto i LoreWeaveR avevamo voglia di fare nuova musica e affrontare nuove sfide. Nel contempo abbiamo avuto la possibilità di lavorare con due grandi musicisti professionisti come Sergio Ponti e Simone Morandotti. Una grande opportunità da cogliere al volo».
Che tipo di musica proponete? «Proponiamo una sorta di metal progressivo dove, però, il carattere progressive non è dettato tanto dai soliti canoni di pezzi molto lunghi e strutture complesse, quanto dal tema, dal concetto che guida tutto il disco».
Chi è l’autore dei testi? Su quali argomenti sono incentrati? «Il disco, come dicevo, si basa su un unico filo conduttore: la ripresa da una telecamera immaginaria delle vite e delle azioni di grandi criminali, assassini di massa e suicidi. Detta così sembra un po’ macabra, ma in realtà non è così oscura. Trovare il tema e gli “attori” è stato un po’ complicato ed è stato un lavoro di team tra me, Daniele e Lorenzo. Daniele, poi, ha scritto la maggior parte delle parole».
Qual è la caratteristica che vi contraddistingue? «Siamo sicuramente un gruppo energico, la nostra musica lo è, e certamente vogliamo che anche i nostri spettacoli trasmettano questa sensazione».
A che pubblico vi rivolgete principalmente? «Credo che la nostra musica possa essere ascoltata da chiunque sia appassionato di rock, anche se probabilmente saremo considerati un po’ troppo “soft” da chi ascolta metal estremo».
Oggi la musica si fa tanto sul web. Andate anche voi verso questa strada o è in progetto l’incisione di un cd? «Certamente i nuovi strumenti digitali aiutano la diffusione, ma per noi lo scopo principale è l’incisione di un disco, che abbiamo già finito e per il quale stiamo cercando l’appoggio di un’etichetta».
Avete in programma dei live nel territorio? «Il nostro scopo è sicuramente quello di suonare il più possibile e ovunque, ovviamente speriamo di poter suonare anche qui a “casa”».
In passato con i LoreweaveR avete suonato all’estero, soprattutto in Gran Bretagna. È in programma anche con il nuovo gruppo? «Assolutamente sì! Stiamo già lavorando con un agente in Olanda per il nord Europa e, grazie a Sergio, che ha suonato ad alto livello in est Europa, stiamo cercando di andare a suonare anche là. Guardiamo tanto all’estero, ne è testimonianza il fatto che sia il nostro sito sia la pagina Facebook siano scritte doverosamente in lingua inglese».
Che differenza c’è tra suonare in Italia e all’estero? «Nella musica dal vivo ci sono molte differenze, purtroppo. All’estero viene dato più valore all’artista e alla situazione in cui deve suonare. Mentre qui in Italia ci si trova, spesso, a esibirsi in condizioni tecniche “precarie”, all’estero i locali hanno attrezzature più specializzate e noi artisti veniamo visti e trattati come professionisti, non dico come star, ma nemmeno come persone che si trovano a cantare solo per hobby».