Con il Ponte Meier Alessandria a pieno titolo sulle pagine di “Domus”
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Con il Ponte Meier Alessandria a pieno titolo sulle pagine di “Domus”

Il ponte che ha rianimato lo sky line della città raccontato sulle pagine della prestigiosa rivista di architettura, con una descrizione che sottolinea la “primogenitura” di questa tipologia di costruzione nella storia di Richard Meier

Il ponte che ha rianimato lo sky line della città raccontato sulle pagine della prestigiosa rivista di architettura, con una descrizione che sottolinea la ?primogenitura? di questa tipologia di costruzione nella storia di Richard Meier

OPINIONI – Alessandria torna con un’opera pubblica sulle pagine di una delle più prestigiose rivista di architettura: “Domus”. E lo fa con quel Ponte Meier a cui – neppure troppo faticosamente – gli alessandrini stanno abituandosi, avendolo ormai inglobato nel loro sky line immaginario, quasi come il dispensario antitubercolare di Gardella o il Palazzo delle Poste. Non è un caso la citazione dei due edifici razionalisti, ai quali dobbiamo l’onore di altre, numerose, e in qualche caso davvero encomiastiche, pagine di storia dell’architettura moderna.
Ma vediamo come viene raccontato sulle pagine di “Domus” il nuovo ponte:
“Richard Meier & Partners ha completato il suo primo ponte pedonale e veicolare. Con una superficie di circa 4.150 metri e una lunghezza di 185 metri, il nuovo ponte Cittadella è una struttura moderna in cemento prefabbricato e acciaio verniciato sul fiume Tanaro, progettata per collegare la città di Alessandria con la cittadella del XVIII secolo.
Durante l’inondazione di Alessandria del 1994, non solo il livello dell’acqua raggiunse la strada ma i moli del ponte napoleonico bloccarono gran parte dei detriti del fiume, agendo di fatto come una diga. Il nuovo progetto, una singola campata sollevata al di sopra della pianura alluvionale, non solo risolve questo problema, ma ricollega anche il tessuto della città moderna con la Cittadella, un forte del XVIII secolo, candidato come patrimonio mondiale dell’Unesco. Collegando piazza Gobetti alle strutture della cittadella, il ponte funge da catalizzatore per la loro futura conservazione e riutilizzo”.
Una descrizione che sottolinea la “primogenitura” di questa tipologia di costruzione nella storia di Meier, architetto che nel 1984, a soli 49 anni, era diventato il più giovane vincitore del premio Pritzker, il “Nobel” dell’architettura, autore tra l’altro della struttura di protezione dell’Ara Pacis e della Chiesa del Giubileo a Roma, del Paul Getty Museum di Los Angeles e del MACBA di Barcellona.
Ma proseguiamo: “Il ponte esalta anche il flusso naturale del fiume Tanaro e aspira a diventare uno spazio pubblico per i cittadini di Alessandria. Mentre la struttura precedente era spesso fortemente congestionata dal traffico, rendendola pericolosa e quasi impraticabile per i pedoni, il nuovo ponte offre percorsi paralleli separati per la circolazione pedonale e veicolare. La passerella pedonale si pone come una piazza pubblica attraverso la quale la vita pubblica e civile di Alessandria può trovare un nuovo e positivo rapporto con il fiume”.
In effetti il rapporto con il fiume è cambiato, la possibilità di camminare sul ponte senza essere falciati ha dato spazio a un ritorno alla Cittadella che si conferma un luogo dal fascino assolutamente unico.
Prosegue l’autore della scheda, che evidenzia le fratture col passato dei materiali impiegati, ma anche la ricerca di una continuità nell’uso della pietra nella pavimentazione in pietra ai lati delle pareti.
“Il lato veicolare del ponte si accende con forza a nord, e come controbilanciamento a questo arco, l’arco alto 32,5 metri del ponte è curvato a sud. Il peso del ponte pedonale aiuta a mantenere l’equilibrio, e con le curve opposte, crea una disposizione dinamica. Mentre il calcestruzzo prefabbricato bianco e le strutture in acciaio dipinto evidenziano i cambiamenti ambientali in tutto il sito e sono diventati punti di riferimento iconici visibili da molte località della città, le pavimentazioni in pietra ai lati delle pareti ancorano la struttura alla tavolozza dei materiali tradizionali del paesaggio di Alessandria”.
Tutto vero. Persino dalla rinata e riqualificata, elegantissima piazza Santa Maria di Castello, guardando verso nord, si scorge un “arc en ciel” bianco smagliante. È un pezzetto di ponte.

L’articolo è reperibile al seguente link, con una galleria fotografica di tutto rispetto.
https://www.domusweb.it/it/architecture/2017/09/26/ponte_cittadella.html

 

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