La vita, le difficoltà e il coraggio delle donne in guerra
Incalzante come una raffica di baionetta, la prosa di Elisabetta Rasy attanaglia il lettore condizionandolo a seguire lintreccio, seppur di fantasia, con la veridicità della storia vera. E anche in questo romanzo non tralascia di far emergere le contraddizioni della realtà femminile attraverso le regole del tempo della storia
Incalzante come una raffica di baionetta, la prosa di Elisabetta Rasy attanaglia il lettore condizionandolo a seguire l?intreccio, seppur di fantasia, con la veridicità della storia vera. E anche in questo romanzo non tralascia di far emergere le contraddizioni della realtà femminile attraverso le regole del tempo della storia
Elisabetta Rasy (Roma, 1947) è giornalista, scrittrice e saggista. Ha pubblicato romanzi, racconti e saggi di argomento letterario, prediligendo sempre, la scrittura femminili. Dopo la laurea in Storia dell’Arte è impegnata nella questione delle donne e fonda, insieme a Manuela Fraire, Anna Marie Sauzeau-Boetti, Maria Caronia la casa editrice Edizioni delle Donne. Vincitrice del Premio Selezione Campiello 1997 con Posillipo, collabora con “Sole 24 Ore”. Tra i suoi libri: Ritratti di signora, L’ombra della luna, Tra noi due, L’estranea, Tre passioni. Come critica sa cogliere e nobilitare diversi aspetti di donne che scrivono, da veri classici del Novecento a proposte meno ovvie. Collabora con Rai Radio 3.
Incalzante come una raffica di baionetta, la prosa di Elisabetta Rasy attanaglia il lettore condizionandolo a seguire l’intreccio, seppur di fantasia, con la veridicità della storia vera. E anche in questo romanzo non tralascia di far emergere le contraddizioni della realtà femminile attraverso le regole del tempo della storia. “Noi donne eravamo solo un imbarazzo in mezzo alla guerra, se volevamo renderci utili era meglio se rimanevamo a casa nostra, a fare le madrine dei soldati, a preparare gli indumenti di lana e i coltroni, a spedire pacchi dono. Tutt’al più a visitare gli infermi che arrivavano negli ospedali di città”. E la Storia trabocca nelle pagine della Rasy con note di merito che impreziosiscono deliziose scenette di vita familiare “L’Italia era in guerra da due anni contro gli imperi centrali, e, ora lo so, le ragazze avevano accorciato le gonne e molte di loro erano uscite di casa per andare a lavorare. Era la prima volta che tante donne, contemporaneamente in tante città diverse, uscivano di casa per andare a lavorare”. Ispirata da antichi ricordi ma anche dalla lettura di molti diari, la Storia che ci racconta Elisabetta Rasy è fatta di voci che documentano la vita, le difficoltà e il coraggio, quello speciale, delle donne in guerra. E a loro deve andare il nostro pensiero riconoscente. E’ la primavera di un anno terribile, il 1917, quando Maria Rosa Radice a poco più di vent’anni lascia gli agi di una bella casa di Napoli e scappa dalla madre, dal salotto aristocratico e da tutto ciò che fino ad allora rappresentava il suo soffocante orizzonte. Destinazione il fronte, sola possibilità per una donna non sposata, libera e in fuga. L’impatto con la guerra è brutale. Nel piccolo ospedale del Carso dove approda cura centinaia di feriti, che vede soffrire e morire. Ma c’è una luce nelle sue giornate, una scintilla di cui si accorge a poco a poco. E’ la sua silenziosa compagna di stanza Eugenia Alferro, una provinciale del Nord che sogna di diventare medico. Giorno dopo giorno, le insegna a sopravvivere in corsia e a superare la paura. La guerra regala alle due ragazze una libertà altrimenti impossibile. Nel tempo avvertono una passione inattesa crescere tra loro e a mezza voce, la notte, si dichiarano amore. Non sanno se il futuro permetterà loro di rimanere vicine, entrambe però, sentono di essere cambiate. Ora sono pronte a lottare per restare se stesse.