Campari e Museo dei Campionissimi mettono in mostra la “bike passion”
La mostra "Bike Passion - Dagli Album Campari una storia a due ruote" per la prima volta lascia le moderne sale espositive della Galleria Campari di Milano per approdare al Museo dei Campionissimi. Racconta, come in un diario di viaggio, la passione sportiva per alcune delle corse ciclistiche più celebri d'Europa
La mostra "Bike Passion - Dagli Album Campari una storia a due ruote" per la prima volta lascia le moderne sale espositive della Galleria Campari di Milano per approdare al Museo dei Campionissimi. Racconta, come in un diario di viaggio, la passione sportiva per alcune delle corse ciclistiche più celebri d'Europa
La mostra, curata da Marina Mojana e Fabrizio Confalonieri e allestita alla Galleria Campari di Sesto San Giovanni, per la prima volta lascia le moderne sale espositive ricavate in quello che fu il primo stabilimento aperto da Davide Campari 1904 per approdare al Museo dei Campionissimi, dove verrà inaugurata giovedì 7 dicembre alle 18.00, in occasione della ventiduesima edizione di Dolci Terre di Novi.
La mostra arriva al Museo grazie alla sinergia tra Galleria Campari e il Comune di Novi Ligure e offre la possibilità di addentrarsi in un capitolo affascinante della storia di Campari, brand testimone dei cambiamenti di costume del nostro Paese. “Bike Passion” racconta, come in un diario di viaggio, la profonda passione sportiva per alcune delle corse ciclistiche più celebri d’Europa.
Il percorso espositivo prende avvio da una trentina di fotografie d’epoca custodite negli album degli Archivi Campari. Le immagini ripercorrono l’arco temporale dagli anni Trenta agli anni Sessanta, in cui il marchio Campari ha seguito i ciclisti del calibro di Coppi, Girardengo, Cinelli, Moser, Anquetil, Baldini, Gaul, Magni, nelle ventuno tappe del Giro d’Italia, nelle tappe del Giro dei Tre Mari e in quelle del Gran Premio di Lugano, diventando, da sponsor delle manifestazioni, vero e proprio compagno delle imprese di una delle discipline sportive più onorate al mondo.
Alle fotografie d’epoca, si affiancano le grafiche pubblicitarie originali, firmate da Franz Marangolo (1912-1995) e da altri autori degli anni Cinquanta e Sessanta, che propongono una storia fatta di brillanti intuizioni e di strategie comunicative d’avanguardia. Il fil rouge è sempre l’immagine della bicicletta, contestualizzata nella vita quotidiana e rappresentata anche con raffinate silhouette, nelle sorprendenti otto tavole originali di Ugo Mochi (1889-1977) che – da massimo esponente dell’arte delle Shadows in Outline – si divertì a illustrare l’evoluzione del mezzo di trasporto più innovativo e popolare del Novecento.
La mostra volge uno sguardo complice anche al grande passato di questo mezzo, ed è arricchita da un esemplare storico della collezione del Museo che permetterà al visitatore di immergersi ancor più in profondità nella dimensione e nell’evoluzione della bicicletta. Arricchiscono l’esposizione nove biciclette d’artista firmate da designer di fama internazionale: Alchymia, Alberto Biagetti, Sergio Calatroni, Death Spray, Barnaba Fornasetti, Stevie Gee, Max Lamb, Barry McGee, Alessandro Mendini. Una sezione del percorso espositivo sarà dedicata al mito della bicicletta nel cinema (in collaborazione con Mic – Museo interattivo del Cinema di Milano) e nella letteratura. Sarà quindi possibile scoprirla e riscoprirla non come un semplice mezzo di trasporto ma come un veicolo mutante che racchiude in sé dinamicità e arte, tecnologia e creatività.
La mostra sarà visitabile fino al 18 febbraio nei consueti orari di apertura del Museo (venerdì dalle 15.00 alle 19.00, sabato e domenica dalle 10.00 alle 19.00).