Processo d’Appello del polo chimico, la procura chiede pene fino a 17 anni
Al processo d'Appello a Torino contro dirigenti ed amministratori del Polo Chimico di Spinetta Marengo per inquinamento la procura chiede pene da 15 a 17 anni per gli otto imputati
Al processo d'Appello a Torino contro dirigenti ed amministratori del Polo Chimico di Spinetta Marengo per inquinamento la procura chiede pene da 15 a 17 anni per gli otto imputati
Secondo l’accusa i dirigenti erano a conoscenza delle perdite negli impianti che hanno contaminato l’acqua con una ventina di sostanze tossiche e nocive. Ne erano a conoscenza ma lo hanno tenuto nascosto agli enti di controllo e non hanno fatto nulla per impedire che l’acqua contaminata inquinasse la falda, la terza per importanza del Piemonte. Il caso scoppiò nel 2008, con la cosiddetta “emergenza cromo”: analisi condotte da una ditta proprietaria di un terreno confinante con lo stabilimento mise in luce lo stato di contaminazione, che probabilmente risaliva agli anni sessanta e successivi. Ciò non toglie che, sempre secondo l’accusa, i dirigenti che si sono succeduti alla guida delle aziende, fossero a conoscenza del “meccanismo di inquinamento”. C’è, secondo la procura generale, un dolo diretto.
Gli avvocati di parte civile, che hanno parlato subito dopo, hanno a loro volta sottolineato l’inerzia non solo delle aziende ma anche quella degli enti nel porre fine all’inquinamento. Le prime denunce di Wwf e Legambiente, tra le parti civili, risalgono infatti agli anni Ottanta.
Lo studio condotto dal professor Ennio Cadum, consulente in primo grado, dimostrerebbe come tra gli abitanti del sobborgo di Spinetta c’è una maggiore incidenza di neoplasie tumorali rispetto al resto del territorio. Una consapevolezza che i residenti e i lavoratori della fabbrica hanno intuito e che ha portato stati di ansia e di preoccupazione.
La prossima udienza è fissata per il 21 marzo. Parleranno gli avvocati per i responsabili civili, poi toccherà agli avvocati di difesa dei primi tre imputati.