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8 Aprile 2018
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Nei locali e sulle navi da crociera: Mario Sarti e il canto

Novi e i suoi dintorni hanno dato i natali a numerosi artisti in campo musicale, uno di questi è Mario Sarti, cantante di musica anni '60 che ha iniziato la sua carriera giovanissimo, esibendosi nei locali della zona, fino ad arrivare alle navi da crociera in giro per il mondo

Novi e i suoi dintorni hanno dato i natali a numerosi artisti in campo musicale, uno di questi è Mario Sarti, cantante di musica anni '60 che ha iniziato la sua carriera giovanissimo, esibendosi nei locali della zona, fino ad arrivare alle navi da crociera in giro per il mondo

MUSICA – Novi e i suoi dintorni hanno dato i natali a numerosi artisti in campo musicale, uno di questi è Mario Sarti, cantante di musica anni ’60 che ha iniziato la sua carriera giovanissimo, esibendosi nei locali della zona, fino ad arrivare alle navi da crociera in giro per il mondo.

Com’è iniziata la sua carriera?

«Ho iniziato a cantare a 14 anni, con spettacoli parrocchiali alla chiesa dei Frati a Novi e concorsi canori. Prestissimo iniziarono a chiamarmi le band; i primi furono i “Boomers”, che avevano bisogno di un cantante e cercarono me. Le cose andarono bene fino a quando ci furono incomprensioni e decisi di lasciare il gruppo. Ce ne furono poi molte altre, gruppi del novese, ma anche di Voghera e di Genova. Avevo anche la mia orchestra».

Sempre giovanissimo ha poi avuto esperienze anche in contesti più grandi.
«Sì, a 16 anni un talent scout mi contattò. Era il periodo in cui Gianni Morandi usciva con “Fatti mandare dalla mamma”; andai a Roma a fare un provino alla Rca, filiale italiana della casa discografica statunitense Rca Records. Fu una bellissima esperienza che andò per il meglio, ma quando mi richiamarono decisi di non accettare. Avevo paura, ero troppo giovane per quel mondo.
Sono poi andato all’Ariston a Milano, dove presentai un pezzo scritto da me e arrangiato con la mia orchestra».

Che genere di musica faceva?
«Come dicevo prima, era il periodo di Gianni Morandi, io facevo principalmente cover di musica anni ‘60, che allora era considerata moderna. Siamo arrivati ad avere 170 canzoni di repertorio, suonavamo in tantissimi locali, iniziavo alle 21 e andavo avanti fino alle 2 di notte. Le nostre esibizioni erano nei locali della zona, ma anche più lontano, ricordo che in quel periodo ci esibivamo spesso a Sondrio».

Si è esibito anche sulle navi da crociera, ci vuole raccontare la sua esperienza?
«Avevo 21 anni. I miei colleghi videro un annuncio “cercasi cantante” per l’imbarco sulle navi della compagnia francese Sitmar Line (oggi Sitmar Cruise ndr). Mi spronarono ad andare. Decisi di provare, questa volta sicuro che se mi avessero preso avrei accettato. Al provino eravamo una cinquantina di persone, io cantai 3 o 4 canzoni e mi presero. Nel giro di 20 giorni feci il passaporto e mi imbarcai. Per due anni feci il giro del mondo; mi esibivo con un’orchestra con 12 elementi e cantavo sia in italiano sia in francese. Terminati questi due anni mi stancai e decisi di tornare a casa».

Cosa successe dopo?
«Dopo 8 mesi mi sposai e abbandonai la musica come professione. Ovviamente rimaneva una mia grande passione, che mi divertiva tantissimo, per cui continuai a cantare nel tempo libero. Cantavo nella Corale Novese e in quelle di Serravalle, Arquata e Tortona.
Dopo soli 10 anni di matrimonio mia moglie morì e io decisi di dedicarmi in tutto e per tutto ad allevare nostra figlia Simona, che oggi ha 43 anni e gestisce con me il nostro negozio di fiori a Pozzolo.
Solo anni dopo mi sono rimesso a cantare, con “I ragazzi di strada” e con altre band».

E oggi?
«Oggi continuo a cantare per passione. Di recente ho fatto un recital al Giardino di Pozzolo, insieme a Carlo Bollettieri, che è un grande amico e collabora con me da sempre. Lui continua a spronarmi dicendomi di tenere la voce in allenamento. Al Giardino, nonostante il temporale c’era il pienone, forse anche solo per curiosità. Nel breve periodo c’è in progetto di fare un nuovo spettacolo, sempre al Giardino.
Approfitto di questo spazio per salutare chiunque si ricordi di me, a Novi e nei paesi limitrofi».