È stato il rock a scegliere noi
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Carlotta Codogno - c.codogno@ilnovese.info  
10 Giugno 2018
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È stato il rock a scegliere noi

Dalla provincia fino ad arrivare a suonare sul palchi più rock d'Italia e d'Europa, il racconto dei Lucky Bastardz

Dalla provincia fino ad arrivare a suonare sul palchi più rock d'Italia e d'Europa, il racconto dei Lucky Bastardz

Quando nasce la vostra band? «Il gruppo nasce ufficialmente nel 2008, da un’idea dei due fondatori Geppo e Paco (ex cantante ed ex chitarrista). Da allora si sono avvicendati diversi musicisti all’interno della formazione, il nostro stile musicale si è evoluto parecchio. L’attuale line-up vede il novese Tiziano Spigno alla voce, Pietro Baggi alla chitarra e Paolo Torrielli al basso. Io siedo alle spalle di tutti, dietro alla mia fedele batteria» racconta Marco Lazzarini.

L’anno seguente, il 2009, è stato intenso poiché la band ha calcato numerosi palchi, soprattutto del nord Italia ma anche all’estero e ad ottobre dello stesso anno è uscito il primo album “Hated For Who We Are”. Anno dopo anno vengono prodotti brani e album nuovi ma si può dire che il momento del cambiamento è stato nel 2015 con una notevole variazione di direzione verso il modern hard rock da parte della band con arrangiamenti più curati e uno stile più personale e ricercato.

Facciamo un passo indietro…Da dove nasce il nome “Lucky bastardz”? «E’ una storia vecchia, risalente a qualche mese prima della nascita della band. All’epoca il batterista degli Astral Doors, band svedese in tour in Italia, vide una bella donna che si aggirava per il locale. Geppo si avvicino e gli fece notare che era sua moglie, quasi a voler prevenire ogni genere di mossa del musicista scandinavo, noto per le sue avventure. Lui lo guardò e gli rispose: “Ehi amico, sei un fortunato bastardo!”. Doveva essere un complimento a Simona, si trasformò nel nome della band».

Quando e dove vi siete esibiti per la prima volta davanti al pubblico?
«Nel 2008, fu un festival a Codevilla, in provincia di Pavia».

Perché avete scelto questo genere musicale? «Non crediamo si possa sostenere che abbiamo scelto la musica Rock, non ci siamo mai seduti attorno ad un tavolo chiedendoci che musica vogliamo suonare. Siamo tutti nati ascoltando dischi dei Led Zeppelin, Deep Purple, Metallica e chi più ne ha più ne metta. Penso sia più giusto dire che è stato il rock a scegliere noi».

I vostri brani a cosa si ispirano? Chi li scrive? «I testi sono scritti per la maggior parte Tiziano e le tematiche di base sono riguardanti la nostra vita, le nostre esperienze. Ad esempio, l’ultimo album parla della rinascita interiore, di tutte quelle esperienze che contraddistinguono la nostra persona. Un brano, infatti, si riferisce alla guerra civile intesa come guerra con se stessi, ai conflitti interiori che ogni persona porta con sé. In un altro pezzo, poi, viene raccontato il desiderio di cambiare identità, di prendere direzioni diverse da quelle che ci si era prefissati».

Da poco è uscito il nuovo videoclip sulle note di “Tear in the wind”, la vostra prima ballad completamente acustica. Di cosa parla questa canzone?
«Questo brano – racconta Marco Lazzarini – l’ho scritto io, così come mi sono occupato della parte musicale.
Qui, inoltre, suono anche la chitarra acustica. Il testo è ispirato ad un sogno ricorrente, un sogno di quelli che ti lasciano una sensazione accostabile alla malinconia, ma che una volta svegliato non riesci a ricordare. Questo insegna che i dolori più grandi a volte possono tornare indietro in modi e tempi che non siamo in grado di presagire: solo affrontando quanto di più ci ha fatto soffrire potremo finalmente liberarci, e risvegliarci sereni».

Due anni fa avete partecipato a parte del tour europeo della storica band americana W.a.s.p., come giudicate questa esperienza?
«Probabilmente è stato uno dei momenti più esaltanti per noi. Abbiamo accompagnato il gruppo che ascoltiamo e adoriamo da anni per una decina di date in Francia, Germania, Svizzera, Austria e Italia,
suonando davanti a migliaia di persone ogni sera. Per la prima volta, abbiamo vissuto in prima persona l’organizzazione e la preparazione a concerti grossi, importanti. È stata un’esperienza che ci ha insegnato moltissimo, sensazioni ed emozioni che porterò sempre con me» afferma Lazzarini.

Vi appoggiate a manager e case discografiche?
«La nostra attuale etichetta discografica, la Sliptrick Records, si sta occupando della distribuzione e di gran parte della promozione a supporto del nostro ultimo lavoro “Be The One”, uscito a inizio anno. Non abbiamo una vera e propria figura manageriale
, per la maggior parte delle questioni siamo noi stessi a metterci in gioco. Per le serate e i concerti spesso ci avvaliamo della collaborazione di Truck Me Hard, un’agenzia di booking molto affiatata. Ma anche in questo caso, per lo più ci muoviamo per conto nostro».

Avete mai suonato nella zona novese? Cosa ne pensate di questa area dal punto di vista musicale?
«Ci siamo esibiti in più occasioni all’interno della provincia di Alessandria, ma mai a Novi Ligure. E’ un’area non particolarmente diversa da tante altre realtà che ho conosciuto negli anni: c’è moltissima gente che suona, alcuni ragazzi davvero talentuosi, ma le possibilità di essere ascoltati dal vivo sono sempre più rare
ed isolate. Non è un periodo storico molto fortunato per la musica dal vivo, a maggior ragione per chi sta provando a muovere i primi passi in questo ambiente».

Quali progetti avete per il futuro?
«Siamo attualmente in fase di supporto e promozione al nostro ultimo album “Be The One”, la nostra intenzione nell’immediato futuro è quella di continuare a portare i nostri brani dal vivo.
Successivamente, ci sarà tempo per sviluppare nuove idee musicali: seguiremo il flusso, ci lasceremo trasportare dalla nostra musica, staremo a vedere quali strade percorreremo e quale saranno le nostre prossime tappe»

Avete date in programma?
«La più imminente sarà il prossimo 23 giugno al ‘Langhe Rock Festival’ di Santo Stefano Belbo
in provincia di Cuneo. Per rimanere sempre aggiornati consigliamo di seguirci sulla nostra pagina Facebook Lucky Bastardz»

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