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La Libarna nascosta portata alla luce dagli americani
Dagli Stati Uniti a Serravalle per studiare i resti dell'antica città romana di Libarna. Per il secondo anno consecutivo i ricercatori di due università statunitensi, la Texas Tech University, la Boise State University, passeranno al setaccio la zona tra Serravalle ed Arquata per svelare i segreti sepolti dell'insediamento di Libarna
Dagli Stati Uniti a Serravalle per studiare i resti dell'antica città romana di Libarna. Per il secondo anno consecutivo i ricercatori di due università statunitensi, la Texas Tech University, la Boise State University, passeranno al ?setaccio? la zona tra Serravalle ed Arquata per svelare i segreti sepolti dell'insediamento di Libarna
SERRAVALLE SCRIVIA – Dagli Stati Uniti a Serravalle per studiare i resti dell’antica città romana di Libarna. Per il secondo anno consecutivo i ricercatori di due università statunitensi, la Texas Tech University, la Boise State University, passeranno al “setaccio” la zona tra Serravalle ed Arquata per svelare i segreti sepolti dell’insediamento di Libarna. Circa il 90% dei resti della citt romana non sarebbe ancora stata portata alla luce. Intanto, grazie all’utilizzo di droni e di sistemi di rilevazione che sfruttano le onde energetiche, si conta di completare una mappa precisa di Libarna. Se ci saranno sufficienti elementi, non è escluso che si possano aprire nuovi scavi.
Nel progetto, denominato Libarna Urban Landscape, a fare la parte del leone sono però le due università americane che si sono attivate per reperire i fondi, anche attraverso una sottoscrizione tramite Facebook. “Sono arrivate donazioni dal Canada, dalla Nuova Zelanda, dall’Australia”, dicono le due ricercatrici Katherine Huntley della Boise e Hannah Friedman della Texas che ieri hanno presentato il progetto nella sede della Provincia di Alessandria.
“Attraverso l’uso dei droni e di georadar – spiegano – siamo riusciti ad individuare la presenza di costruzioni. Quest’anno proseguiremo la ricerca. Ci aspettiamo di riuscire a “vedere” molto, soprattutto grazie al georadar, tecnica veloce”. Ci potranno essere anche scavi mirati, per la ricerca di resti botanici ed archeozoologici. “Nelle università – spiega ancora Katherine Huntley – si studia più che altro la storia di siti come Pompei e altri del centro Italia. Ma riteniamo Libarna di grande interesse come testimonianza per tutto il nord Italia, prima che le conquiste romane arrivassero ad omologare tutti i territori conquistati”.
Già lo scorso anno, attraverso il meccanismo delle onde elettriche rinviate dai sistemi di rilevamento, è stato possibile individuare la presenza dei resti di quello che potrebbe essere un antico tempio. Provincia e Regione, rappresentati dal presidente Gianfranco Baldi e dal vice Federico Riboldi e dal consigliere regionale Luca Rossi, hanno ovviamente rivolto un plauso all’entusiasmo e alla determinazione della due ricercatrici. Così come il comune di Serravalle e quello di Arquata che offrono un supporto logistico alla missione, insieme all’associazione Libarna Eventi. Alla Sovrintendenza Archeologica, e in particolare all’ex direttore di Libarna Alessandro Quaglia, va il merito di aver avviato i rapporti con le università americane. Servirebbero ingenti risorse per riportare alla luce i resti già individuati e quelli che saranno scovati quest’anno. Ma questo è un altro capitolo.