Accusata di peculato, il Comune chiede un maxi risarcimento
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5 Ottobre 2018
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Accusata di peculato, il Comune chiede un maxi risarcimento

Il comune di Arquata Scrivia si costituisce parte civile al processo contro l'ex direttrice dell'asilo nido Teresa Gandolfo, accusata di peculato, e chiede un risarcimento danni di centinaia di migliaia di euro. Secondo la Procura, la somma sottratta era invece di 85 mila euro circa

Il comune di Arquata Scrivia si costituisce parte civile al processo contro l'ex direttrice dell'asilo nido Teresa Gandolfo, accusata di peculato, e chiede un risarcimento danni di centinaia di migliaia di euro. Secondo la Procura, la somma sottratta era invece di 85 mila euro circa

CRONACA –   Il comune di Arquata Scrivia si è costituito parte civile al processo contro l’ex direttrice dell’asilo nido “Morando”, Teresa Gandolfo, accusata di peculato per aver sottratto alle casse pubbliche parte delle rete pagate dalle famiglie dei bambini che frequentavano la struttura. Ieri si è tenuta l’udienza preliminare davanti al tribunale di Alessandria, che si è conclusa con un nulla di fatto. Il giudice avrebbe dovuto infatti decidere se dare il via al processo vero e proprio o accettare la richiesta della difesa del rito abbreviato, condizionato al risarcimento del danno.
Ma è proprio sull’entità del danno che l’udienza si incagliata.
L’inchiesta, coordinata dal pubblico Ministero Andrea Zito, si era concentrata sugli anni 2016/2017, arrivando a stabilire un danno pari a circa 85 mila euro. Cifra che Teresa Gandolfo era pronta a risarcire. Nel corso dell’udienza preliminare il comune di Arquata, rappresentato dall’avvocato Emiliano Bottazzi, ha presentato una perizia di parte in cui si ipotizza un danno ben superiore, di centinaia di migliaia di euro, mettendo nel conto anche gli anni precedenti.
Dall’inchiesta, partita da una segnalazione ai carabinieri dell’amministrazione comunale, era emerso come la donna, che godeva della stima delle famiglie e dell’ente pubblico, avesse ammesso a frequentare l’asilo un numero superiore di bambini rispetto a quelli previsti dalle liste di iscrizione. Incassava poi direttamente e in contanti le quote di iscrizione.
Secondo l’amministrazione comunale, tuttavia, la pratica di incassare direttamente le rette, senza poi versarle nelle casse pubbliche, andava avanti da diversi anni. Il danno subito, quindi, secondo palazzo Spinola, sarebbe maggiore.
Nel “conto” presentato ieri al giudice l’amministrazione mette anche una friggitrice acquistata per le cucine dell’asilo ma che sarebbe finita, poi, nella disponibilità di Gandolfo.
Alla donna è contestato anche il reato di truffa, in quanto si sarebbe allontanata dal luogo di lavoro, in orario di ufficio, per recarsi in bar e sale slot della cittadina, essendo affetta da ludopatia. Capo di imputazione di cui la difesa, sostenuta dall’avvocato Lorenzo Repetti, chiede la nullità, non essendo specificata una data od un orario preciso in cui Gandolfo avrebbe lasciato la struttura.
Vista la corposa documentazione presentata dal Comune, la difesa ha chiesto i termini di difesa. L’udienza, sempre in sede preliminare, è stata pertanto rinviata al prossimo 12 dicembre.
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