Home
Cantiere Radimero, gli stipendi non arrivano, prosegue lo sciopero
Continua lo sciopero dei lavoratori nel cantiere di Radimero del Terzo Valico per il mancato pagamento degli stipendi del mese di settembre da parte di Radimero Scarl. "L'azienda ha chiesto altri tre giorni di tempo, ma non ci fidiamo", dicono l rappresentanti dei lavoratori
Continua lo sciopero dei lavoratori nel cantiere di Radimero del Terzo Valico per il mancato pagamento degli stipendi del mese di settembre da parte di Radimero Scarl. "L'azienda ha chiesto altri tre giorni di tempo, ma non ci fidiamo", dicono l rappresentanti dei lavoratori
“Ci aspettavamo che da quel vertice arrivasse la notizia dell’accredito degli stipendi – spiega Paolo Tolu, sindacalista di Feneal Uil – e invece hanno chiesto altri tre giorni di tempo. Per noi è una proposta inaccettabile. I lavoratori non si fidano più”. Lo sciopero, quindi, prosegue. I sindacati di categoria, Cgi, Cisl e Uil, hanno inoltre chiesto un incontro urgente al Prefetto, per l’apertura di un tavolo di confronto.
Il problema nasce dalla difficoltà che sta incontrando Toto Costruzioni, spiegano i sindacati. Già lo scorso luglio ci fu un ritardo nel pagamento degli stipendi ai circa 150 lavoratori. Fu proclamato, anche in quella occasione, lo stato di agitazione, rientrato poi nel momento in cui l’azienda aveva proceduto con il bonifico per l’accredito del salario. “Ora l’azienda dice che si tratta di un ritardo di pochi giorni. A noi non sembra – prosegue Tolu – I pagamenti avrebbero dovuto essere fatti entro il 10 del mese di ottobre. Al 15 non erano ancora accreditati. Ora ci chiedono ulteriori tre giorni. Tutto ciò non rispetta le norme del contratto nazionale”.
Cociv, che ha appaltato i lavori all’interno del cantiere per la realizzazione del tunnel di valico, in una nota fa intanto sapere di non avere alcuna posizione debitoria nel confronti di Radimero Scral e di essere di fatto estranea alla mancata corresponsione degli stipendi.
Il cantiere di Radimero resta, quindi, fermo anche se i lavoratori sono presenti a presidio dell’area, per motivi di sicurezza. Le oeprazioni di scavo sono in pratica bloccate.
Cantieri fermi da fine luglio anche a Voltaggio e Novi dove opera Glf Finconsit, in concordato preventivo. Cociv dovrà procedere alla riassegnazione del lotto.
E’ notizia di questi giorni, diffusa da Il Sole 24 Ore, Impregilo Salini, socio di maggioranza del Cociv, starebbe per rilevare Seli, che fa parte del gruppo Glf. L’operazione, che secondo quando riporta il quotidiano finanziario, attenderebbe solo il via libera del tribunale, consentirebbe di riprendere i lavori interrotti nei cantieri fermi.
Sullo sciopero in atto e sul futuro del Terzo Valico si è espresso anche il senatore Massimo Berutti di Forza Italia: “I fondi per far ripartire il cantiere del Terzo Valico ferroviario dei Giovi devono essere sbloccati dal Governo”. Lo chiede il senatore di Forza Italia, Massimo Berutti, il giorno dopo la protesta di circa 200 operai che si sono mobilitati prima in centro a Genova e che poi si sono diretti sotto il palazzo del Consiglio regionale della Liguria, che a sua volta si è impegnato a fare pressioni sull’esecutivo per smuovere la situazione dall’impasse.
“Sarebbe una follia bloccare il cantiere – precisa il senatore – e uno spreco senza precedenti, per una delle infrastrutture fondamentali per il Paese”. “Dopo la tragedia del ponte Morandi – prosegue Berutti – il Paese ha un bisogno impellente di grandi opere, a supporto e sostegno delle imprese che operano tra Piemonte e Liguria. Ma senza la garanzia dell’avanzamento dell’opera, tutto è fermo”.
Berutti, che sta seguendo da tempo la spinosa vicenda, esprime “non solo solidarietà per i 50 dipendenti alessandrini, che avrebbero dovuto ricevere lo stipendio lo scorso 15 ottobre e così non è stato, ma anche un preciso impegno politico, già manifestato attraverso la presentazione di due atti di sindacato ispettivo indirizzati al ministro Toninelli”. La protesta dei lavoratori, indetta dalle principali sigle sindacali di riferimento, sta proseguendo senza manifestazioni plateali, senza bloccare l’autostrada, per non penalizzare gli automobilisti. Un atteggiamento “responsabile”, secondo Berutti, che ribadisce la necessità di proseguire nell’ultimazione di questa grande opera, per la quale sono già stati completati il 40% dei lavori tra Tortona e Genova.
“Sarebbe una follia bloccare il cantiere – precisa il senatore – e uno spreco senza precedenti, per una delle infrastrutture fondamentali per il Paese”. “Dopo la tragedia del ponte Morandi – prosegue Berutti – il Paese ha un bisogno impellente di grandi opere, a supporto e sostegno delle imprese che operano tra Piemonte e Liguria. Ma senza la garanzia dell’avanzamento dell’opera, tutto è fermo”.
Berutti, che sta seguendo da tempo la spinosa vicenda, esprime “non solo solidarietà per i 50 dipendenti alessandrini, che avrebbero dovuto ricevere lo stipendio lo scorso 15 ottobre e così non è stato, ma anche un preciso impegno politico, già manifestato attraverso la presentazione di due atti di sindacato ispettivo indirizzati al ministro Toninelli”. La protesta dei lavoratori, indetta dalle principali sigle sindacali di riferimento, sta proseguendo senza manifestazioni plateali, senza bloccare l’autostrada, per non penalizzare gli automobilisti. Un atteggiamento “responsabile”, secondo Berutti, che ribadisce la necessità di proseguire nell’ultimazione di questa grande opera, per la quale sono già stati completati il 40% dei lavori tra Tortona e Genova.