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Accusata di truffa e peculato, rito abbreviato per l’ex direttrice dell’asilo nido
Dovrà comparire il 30 maggio davanti al tribunale di Alessandria per rispondere della accuse di truffa e peculato l'ex direttrice dell'asilo nido del comune di Arquata Scrivia. La perizia del comune stima la somma del danno in 350 mila euro
Dovrà comparire il 30 maggio davanti al tribunale di Alessandria per rispondere della accuse di truffa e peculato l'ex direttrice dell'asilo nido del comune di Arquata Scrivia. La perizia del comune stima la somma del danno in 350 mila euro
La richiesta dell’abbreviato era stata avanzata dal legale di difesa, avvocato Lorenzo Repetti, ed era condizionata al risarcimento del danno. Ieri, in udienza preliminare, Gandolfo ha presentato un’offerta, giudicata però insufficiente dall’accusa e dal comune di Arquata, costituito parte civile.
L’inchiesta, condotta dal pubblico ministero Andrea Zito, era scaturita da una segnalazione ai carabinieri da parte dell’amministrazione comunale che aveva rilevato delle anomalie nella gestione della struttura.Secondo l’ipotesi accusatoria, la direttrice, che godeva della stima e della fiducia delle famiglie e degli amministratori, tratteneva per se parte delle rette di iscrizione all’asilo che le famiglie versavano, a volte, in contanti, ottenendo a quietanza ricevute che sarebbero però fasulle. Inoltre, aveva ammesso nell’asilo nido un numero superiore di bambini di quelli previsti, incassando direttamente le rette, senza versarle poi nelle casse comunali.
L’inchiesta si è concentrata sugli anni 2016/2017 ma, da quanto emerso, la pratica era in atto ben più tempo. Tra le altre contestazioni c’è anche l’assenza ingiustificata dalla sede di lavoro in orari d’ufficio.
Secondo il comune, che ha fatto eseguire una perizia contabile, le somme sottratte ammonterebbero a 350 mila euro. Gandolfo ha per ora avanzato una proposta di risarcimento di circa 40 mila euro, più la liquidazione da dirigente del comune.
La somma contestata inizialmente dalla procura era comunque superiore, sugli 85 mila euro. La perizia del Comune sposta però l’asticella del risarcimento verso l’alto.
Intanto, il 30 maggio sarà giudicata per i reati contestati di truffa e peculato.