Farian Sabahi e la sua storia persiana tra due Paesi e tre religioni
Dalle sponde del Tanaro alle rive del Mar Caspio, dai monti Elborz alle colline del Monferrato, Farian, che in persiano vuol dire sogno che viene di notte, cammina su un filo teso tra Oriente e Occidente, scoprendosi discendente dal Profeta Maometto secondo la tradizione sciita, sentendosi bollare come bastarda dal professore di religione
Dalle sponde del Tanaro alle rive del Mar Caspio, dai monti Elborz alle colline del Monferrato, Farian, che in persiano vuol dire sogno che viene di notte, cammina su un filo teso tra Oriente e Occidente, scoprendosi discendente dal Profeta Maometto secondo la tradizione sciita, sentendosi bollare come bastarda dal professore di religione
Quando si parla di se stessi o di avvenimenti che rientrano nella cerchia delle esperienze personali bisogna essere spontanei e sinceri. Si deve avere la libertà di scavare nel più profondo dell’anima e fissare le emozioni più intense, più sentite.
Chi rimane freddo e lontano cade nell’ovvietà di frasi fatte e in proponimenti che non trovano alcuna eco. Ma quando l’argomento è vissuto e il sentimento trabocca, le immagini fluiscono impetuose, precise, vive così come ha scelto di fare la nostra autrice, nata da uno dei primi matrimoni misti degli anni Sessanta.
Dalle sponde del Tanaro alle rive del Mar Caspio, dai monti Elborz alle colline del Monferrato, Farian, che in persiano vuol dire “sogno che viene di notte”, cammina su un filo teso tra Oriente e Occidente, scoprendosi discendente dal Profeta Maometto secondo la tradizione sciita, sentendosi bollare come “bastarda” dal professore di religione.
Nel suo racconto autobiografico, che impreziosisce di fatti e annotazioni, Farian Sabahi ci propone il racconto di una giovane vita spesa nella costante certezza degli affetti di una famiglia “normale” anche se di tradizioni e costumi differenti e protesa al bene dei piccoli, vera e sublime ipoteca per il futuro.
Come dice Gianfranco Ravasi “La testimonianza di Farian rimarrà nell’animo del lettore, cristiano e mussulmano o privo di un’appartenenza professata. Tutti membri della stessa umanità”.
In viaggio per necessità contingente, sempre sperimentando una curiosità innata e stimolata da continue scoperte, Fabian cresce consapevole che il modello fornito dai genitori non è l’unico a cui aggrapparsi, ma arricchente in una visione d’insieme di due mondi differenti anche se sostanzialmente identici.
“Nel suo cammino spirituale, Farian ha trovato il Dio delle chiese, delle moschee e delle sinagoghe. Lo stesso Dio per tutti” come dice Mohsen Kadivar.