Via Roma, Regione e Belle Arti contrarie al raddoppio
La notizia del parere negativo sul progetto che vuole ridisegnare il paese arriva da Serravalle Futura, che convoca un'assemblea pubblica
SERRAVALLE SCRIVIA – È negativo il primo parere della commissione regionale per gli insediamenti storici sul progetto di raddoppio di via Roma che l’amministrazione comunale di Serravalle Scrivia ha in cantiere ormai da qualche mese. Lo fa sapere il gruppo consiliare Serravalle Futura che ha convocato un’assemblea pubblica per stasera, martedì 11 giugno, alle 21.00 nella sala Auser di piazza Carducci.
«Non c’è uno studio del traffico, non c’è certezza del miglioramento del traffico, probabile peggioramento degli ingorghi sulla viabilità esterna al centro storico, nessun ampliamento dei sottopassi ferroviari, nessuno studio complessivo della viabilità di tutto il paese – fanno notare da Serravalle Futura – È un progetto parziale: lascia fuori una parte di via Roma, interviene solo su un lato di via Berthoud, non ci sono certezze su chi, come, quando si ricostruiranno gli edifici demoliti né di come incentivare il ritorno di abitanti e attività: è l’occasione perduta di studiare un progetto futuro di tutto il paese».
Anna Massone e Valter Zerbo, i consiglieri comunali che rappresentano Serravalle Futura e che avevano votato contro il progetto, fanno notare anche le problematiche sui finanziamenti: «il costo stimato è di 18 milioni di euro, i fondi disponibili sono soltanto 8; se non si trovano i rimanenti 10, il rischio di una grande opera incompiuta e di devastazione del paese è altissimo».
Il progetto di variante strutturale che il consiglio comunale serravallese aveva approvato a febbraio prevede l’abbattimento delle prime tre abitazioni di via Roma, lato via Berthoud. Gli edifici successivi, fino a piazza Vittorio Veneto (del monumento) verranno invece rimodellati, ossia “tagliati”. La fase di abbattimento e ricostruzione sarà a carico di Rfi nell’ambito dei fondi sulla permeabilità, come da accordi del Cipe, approvati nel 2006 e rivisti nel 2016.
Ad aprile, sempre durante una seduta di consiglio comunale, era stato il sindaco Alberto Carbone a spiegare che «la Soprintendenza ha espresso un parere nel quale rileva alcune criticità e chiede di cercare soluzioni alternative. Stiamo aspettando una risposta dalla commissione regionale 91 (per gli insediamenti d’interesse storico-artistico, paesaggistico o documentario, n.d.a.) e di capire se ci sono da fare delle variazioni».
Proprio oggi, martedì 11, è in programma la seconda conferenza della commissione regionale. Il parere è vincolante per i comuni; la commissione ha la funzione di verificare che gli interventi proposti rispettino e si armonizzino con le indicazioni della legge regionale del 1977 riprese all’interno dei piani regolatori al fine di salvaguardare i valori storici, architettonici e paesaggistici dei centri e dei nuclei e, soprattutto, di verificare la compatibilità di tali interventi con il contesto storico-culturale e architettonico all’interno del quale si interviene.