Beni culturali e terre alte: anche la val Borbera nel progetto Fai
A Novi Ligure la presentazione del "Progetto Alpe" per la tutela dei beni culturali. Anche la val Borbera potrebbe venire coinvolta
NOVI LIGURE — La spina dorsale dell’Italia è a rischio: un’ampia fascia di territorio appenninico da decenni ormai sta subendo gli effetti dello spopolamento di borghi e paesi, a cominciare dalla crisi dell’economia tipica della montagna, dall’abbandono dei pascoli e delle tradizioni legate alla pastorizia, dall’inevitabile dissesto idrogeologico causato dall’abbandono del territorio da parte di chi lo manteneva – con le drammatiche conseguenze che hanno riempito le pagine di cronaca, come frane e alluvioni – che sta condannando le comunità dell’Appennino a un destino di marginalità, al ruolo di “nuove periferie”.
Per cercare di contrastare questo declino il Fai – Fondo ambiente italiano – ha dato via al “Progetto Alpe”, il primo progetto organico di restauro e valorizzazione dei beni culturali presenti nelle “terre alte”. Il progetto che il Fai ha in mente mira ad acquisire beni rappresentativi dell’Italia “sopra i mille metri”. L’intervento si fonda sul restauro di architetture e paesaggi, ma anche di pratiche di vita e di produzione, ripristinate secondo le tradizioni locali in maniera sostenibile dal punto di vista ambientale ed economica.
Il territorio della val Borbera, in cui gli effetti dello spopolamento e dell’abbandono si sono fatti sentire pesantemente, potrebbe essere coinvolto dal Progetto Alpe, almeno nelle intenzioni della delegazione novese del Fai. Se ne parlerà oggi, durante uno degli incontri della rassegna culturale Hortus Conclusus, nella corte di Palazzo Reta in via Basso 32 a Novi Ligure (ore 21.00).
C’è chi ha già iniziato da tempo a muoversi. A Carrega Ligure, ad esempio, l’amministrazione comunale sta cercando di battere lo spopolamento portando servizi sul territorio, chiedendo la sistemazione delle strade e rivitalizzando le antiche tradizioni. Uno degli esperimenti più interessanti è quello portato avanti dai giovani del consorzio di Magioncalda, una piccola località della valle, che stanno per riattivare lo storico mulino. «Tre anni fa abbiamo iniziato la sistemazione del mulino – spiega Luca Silvestri, uno dei referenti dell’iniziativa, che coinvolge una decina di persone come Simone Silvestri e Jacopo Staltari – Ora i lavori sono in dirittura d’arrivo, grazie anche a un finanziamento ottenuto tramite un bando dal Comune di Carrega, e a metà ottobre inaugureremo la struttura funzionante».
All’incontro di giovedì sera parteciperanno anche Isidoro Parodi, vicecapo delegazione del Fai novese, il docente universitario Filippo Barbera, autore del volume “Riabitare l’Italia”, Giovanni Chiesa, assessore a Carrega, e Beatrice Fontana, capogruppo del Fai Giovani.