Pernigotti, salta il tavolo al ministero. Lavoratori col fiato sospeso
Annullato il vertice che si sarebbe dovuto tenere oggi al ministero dello Sviluppo economico
NOVI LIGURE — Non c’è pace per la Pernigotti e i suoi lavoratori. Il vertice previsto per oggi a Roma, nella sede del ministero dello Sviluppo economico, è stato annullato. Motivi ufficiali non ce n’è, ma quello che trapela è che l’annullamento sarebbe dovuto a uno stallo nelle trattative tra i Toksoz, la famiglia turca proprietaria del marchio Pernigotti e dello stabilimento di Novi Ligure, e l’imprenditore emiliano Giordano Emendatori, interessato a rilevare il comparto I&P (ice & pastry, prodotti per gelaterie e pasticcerie). Su richiesta dei sindacati, il vertice è stato posticipato al 2 ottobre, sempre al Mise.
La situazione è delicata e mette a rischio anche la trattativa tra Pernigotti e Spes, la cooperativa torinese che vorrebbe acquisire il comparto del cioccolato e del torrone, firmataria lo scorso 6 agosto (come Emendatori) di un accordo preliminare che si sarebbe dovuto concretizzare entro il 30 settembre. Pochi giorni fa, il presidente di Spes Antonio Di Donna aveva sottolineato l’esigenza di sottoscrivere al più presto il contratto definitivo, con la firma congiunta di Pernigotti, Spes ed Emendatori. «Siamo certi che preverrà il buon senso in tutti e saremo capaci di mettere al centro il valore sociale del progetto di reindustrializzazione prima che logiche individualistiche», aveva detto Di Donna. A chi si riferiva? Aveva forse sentore che qualcosa sul versante di Emendatori non stesse andando per il verso giusto?
L’annuncio del rinvio del tavolo al Mise è stato dato ieri mattina da Sara Palazzoli della segreteria nazionale Flai-Cgil. «Lunedì Emendatori e la proprietà turca della Pernigotti si sono incontrati a Milano ma non hanno raggiunto l’accordo sulla cessione d’azienda. E al ministero la Pernigotti ha fatto sapere ufficialmente che non sarebbe potuta essere presente al vertice», ha spiegato.