Croce Verde, senza Servizio Civile attività a rischio
Tagliati i posti per i volontari del Servizio Civile in Piemonte. Diversi enti in difficoltà, tra qui la Croce Verde di Arquata
ARQUATA SCRIVIA — Niente volontari del Servizio civile per Anpas: in Piemonte, praticamente nessuno dei progetti presentati dall’ente che riunisce le associazioni di pubblica assistenza come Croce Verde e Croce Bianca ha ricevuto il via libera. È l’effetto del taglio ai finanziamenti per l’Scn, il Servizio civile nazionale, deciso dal primo Governo Conte, che prevede 14 mila volontari in meno nel 2020 (da 53 mila a 39 mila unità). Le conseguenze saranno dure: a farne le spese saranno i piani di assistenza per disabili, dializzati, anziani e malati.
Ad Arquata Scrivia il caso è arrivato in consiglio comunale. «Grazie ai quattro giovani che ci venivano assegnati dal Servizio civile, in questi anni abbiamo avviato una serie di attività a favore della popolazione – spiega il presidente della Croce Verde, Armando Gotta – Ad esempio i trasporti da e verso ospedali, case di cura e centri riabilitativi per dializzati, pazienti sottoposti a radio o chemioterapia, disabili e invalidi, ammalati, anziani e così via». Tradotto si tratta di circa 1.000-1.200 servizi all’anno.
«Ora tutti questi servizi sono a rischio perché, senza i quattro ragazzi del Servizio civile, che facevano turni da sette ore ciascuno, tutto il lavoro ricadrebbe solo sulle spalle dei volontari, che non possono consacrare tutta la propria giornata alla Croce Verde», dice ancora Gotta. Ma c’è di più: «Abbiamo scoperto solo alla fine di agosto che non avremmo avuto i giovani del Servizio civile, ma noi nel frattempo avevamo firmato convenzioni per il trasporto dei pazienti con l’Asl, il Comune, la Casa della salute di Arquata e il Consorzio dei servizi sociali di Novi. Dovremo anche dire addio, prima ancora di avviarlo, al nuovo servizio di consegna dei farmaci a domicilio per chi non può uscire».
A stupire è anche la modalità con cui sono stati tagliati i 14 mila posti del Servizio civile: «In alcune regioni, come in Piemonte, i progetti sono stati azzerati, in altre sono rimasti pressoché inalterati. Non era possibile un ridimensionamento più proporzionale? Inoltre, solo le “Croci” aderenti ad Anpas hanno subìto questo trattamento, la Croce Rossa non ha avuto problemi. Forse i nostri utenti sono “meno malati” degli altri?», si chiede Gotta.